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Amaro della Reggia di Caserta: quando il monumento diventa un marchio

amaro della reggia

Il bicchierino di amaro, soprattutto dopo un ricco pasto, è una tradizione molto amata dagli italiani. Tanti sono i marchi nazionali, ma a breve nascerà anche l’amaro Reggia di Caserta. È stata infatti pubblicata la richiesta di manifestazione di interesse, ed avviata la procedura per la concessione del marchio in esclusiva. Il Direttore della Reggia Mauro Felicori ha avviato da tempo i lavori del marchio Reggia di Caserta. Lo scopo è quello di contribuire alle entrate del museo con la vendita dei prodotti. In questo modo, però, si mira anche a rafforzare la percezione e la diffusione dell’identità del real sito.

La Reggia Collection di Vodivì

I lavori sono iniziati grazie alla collaborazione con la Vodivì Srl di Spoleto, di Luciano Lauteri. L’azienda ha realizzato una collezione di pelletteria ispirata alle testimonianze artistiche della Reggia di Caserta, utilizzando materiali eco-sostenibili. Il 5% del ricavato della vendita di quella che è stata denominata Reggia Collection, verrà devoluto alla Reggia. Le borse hanno nomi legati al Palazzo Reale, come Astrea e Luigi. La Reggia Collection rientra in una serie di iniziative che mirano ad avvicinare i musei al mondo dell’artigianato made in Italy di alta qualità.

amaro

Il fatto che la collezione ispirata alla Reggia di Caserta fosse affidata ad un’azienda umbra ha generato diverse polemiche. Felicori ha risposto sostenendo che la Vodivì Srl era stata l’unica azienda ad avanzare questo tipo di proposta. Il direttore ha anche aggiunto che Vodivì non detiene l’esclusiva del marchio. La speranza, per il direttivo della Reggia, è che questo tipo di iniziativa sia contagiosa, e che ispiri tante altre aziende. Prova di questo entusiasmo generato dalla collezione di accessori è l’hashtag #primiditutti. Esso sta a indicare che la Reggia è il primo museo con una propria linea di moda.

Il vino e l’amaro

Ma i prodotti a marchio Reggia di Caserta non finiscono qui. Tra i progetti c’è quello di ripiantare l’antica vigna borbonica che sorgeva al centro del bosco di San Silvestro, ed avviare la produzione del Palagrello. Questo vino, infatti, era ricavato dall’unica qualità di uva campana coltivata ai tempi in quella vigna. Per assaggiare il Palagrello bisognerà attendere per un periodo relativamente lungo. Intanto l’amaro verrà prodotto con la ricetta di Andrew John Graefer, il britannico ideatore del Giardino Inglese. Canfora, citronella, arancia amara, camelia, cicoria, finocchietto, bacche di mirto, ulivo, bergamotto e limoni saranno quindi gli ingredienti dell’amaro che speriamo di assaggiare al più presto.

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Amaro della Reggia di Caserta: quando il monumento diventa un marchio ultima modifica: 2017-04-08T10:00:10+02:00 da Mariarosaria Clemente

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