Bombardamento di Caserta: quando la guerra arrivò in città – itCaserta

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CASERTA NEI SECOLI

Bombardamento di Caserta: quando la guerra arrivò in città

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Il 27 agosto del 1943 Caserta visse una delle sue pagine più buie durante la Seconda guerra mondiale. Quel giorno infatti il centro storico venne pesantemente bombardato dalle truppe alleate, seminando morte e distruzione. Numerose furono le vittime, nonché i danni a monumenti, strutture civili e abitazioni. Ecco la cronistoria del bombardamento di Caserta.

Il periodo

È l’agosto del 1943 e in Italia si combatte ancora. Le truppe alleate, sbarcate in Sicilia il mese prima, stanno lentamente risalendo il paese. I tedeschi sfoggiano però una resistenza di prim’ordine, frenandone l’avanzata. Gli angloamericani decidono così di intensificare le azioni dietro le linee nemiche: i bombardamenti si fanno più frequenti in tutte le grandi città del meridione. Napoli, Bari, Taranto e Salerno: qui i raid aerei sono all’ordine del giorno, vista l’importanza dei loro porti e delle fabbriche ancora attive.
Il 17 agosto i tedeschi in Sicilia battono la ritirata spostandosi sul versante calabro. Nel mentre viene pianificato dagli alleati lo sbarco a Salerno, con l’obiettivo di liberare il Centro-Sud. Ma prima bisogna indebolire il nemico tagliando ogni via di comunicazione. Il bombardamento di Caserta diventa così una mossa necessaria, in quanto snodo delle principali strade e linee ferroviarie tra Centro e Sud Italia.

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Gli alleati a Paestum

Il bombardamento di Caserta

La mattina del 27 agosto del 1943 le sirene iniziano a suonare all’alba. La gente si riversa per strada alla ricerca del rifugio più vicino. C’è un po’ di caos, ma nulla di eclatante. Appena una settimana prima, infatti, le sirene avevano annunciato l’arrivo di altri bombardieri, bloccati poi dagli aerei tedeschi.
Passano i minuti, le ore, e la gente nei rifugi inizia a chiedersi se anche in quest’occasione l’aviazione tedesca fosse riuscita a fermare o meno gli anglo-americani. I soldati, tuttavia, invitano i civili a restare al sicuro. Invito però ignorato in quanto i casertani, stanchi ed affamati, tornano nelle abitazioni di propria volontà. Ma verso le 12.45 il boato di uno squadrone aereo squarcia il silenzio cittadino.

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Volano bassi, proprio come in procinto di sganciare qualcosa. E così fu. Oltre cinquanta B-26 lanciano centinaia di bombe sulla città. L’obiettivo è la stazione ferroviaria, ma a causa dei forti venti gli ordigni cadono in un raggio di oltre 500 metri. Vengono colpiti l’ospedale di piazza Marconi, la Chiesa di Sant’Anna, la Reggia e parte del centro storico. Un rifugio, gremito di persone, crolla provocando un centinaio di vittime. Per le strade cadaveri e macerie si fanno spazio tra la polvere che si dissolve lentamente. La stazione, nonostante l’imprecisione, è pesantemente danneggiata. Qui circa 20 ferrovieri perdono la vita. Caserta, per la prima volta, conosce e subisce gli effetti della guerra.

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La stazione di Caserta nel Primo Novecento – Foto presa dalla collezione Lestradeferrate

Una ferita al cuore

In totale i morti sono circa 300, mentre diverse migliaia i feriti. Ad aggravare il tutto la parziale distruzione dell’ospedale principale in città, quello a piazza Marconi, che complica una situazione già difficile.
Il bombardamento di Caserta fa conoscere per la prima volta gli orrori della guerra ai casertani. Prima di allora, infatti, la città non fu oggetto di attacchi. Molte sono le testimonianze di quel giorno, tra cui quella di Umberto Di Donato con il suo libro autobiografico Non più guerra – Bombe su Caserta e Carinola, della EDB Edizioni.
Di seguito il racconto di quel giorno di Giuseppe Angelone, docente di Cinema, Fotografia e Televisione presso l’Università degli Studi della Campania Vanvitelli:

 

Bombardamento di Caserta: quando la guerra arrivò in città ultima modifica: 2017-08-27T12:41:55+02:00 da Gabriele Roberti

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