Criptoportico: il gioiello romano della Reggia di Caserta

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ALLA SCOPERTA DELLA REGGIA

Il criptoportico della Reggia di Caserta: viaggio tra le rovine di Pompei ed Ercolano

Il buco del criptoportico

L’immenso parco della Reggia di Caserta nasconde meraviglie di assoluto prestigio. Statue, fontane e addirittura un piccolo castello: lo scenario muta continuamente. C’è poi un altro angolo molto affascinante e di vivo interesse, ovvero il giardino inglese. Al suo interno migliaia di piante, alberi e fiori si alternano con le opere realizzate dai grandi maestri dell’epoca. Una di queste è il Bagno di Venere ed il suo criptoportico. Un ninfeo circolare decorato nei minimi dettagli, con tanto di buco sul soffitto. Ma cos’ha di speciale questa sezione in parte crollata?

Simbolo di degrado della Reggia di Caserta, oppure… ?

Da decenni casertani e turisti lamentano lo stato di conservazione dell’intero complesso borbonico. Le varie amministrazioni che si sono susseguite nell’ultimo secolo e mezzo sono state ricordate più per la mal gestione del palazzo, che non per altro. Stanze impolverate, quadri abbandonati nei magazzini e giardini trascurati, il tutto unito a continui episodi di vandalismo: la Reggia di Caserta non ha mai avuto vita facile. Tuttavia delle volte vengono addossate ai suoi gestori colpe non proprio loro. Un esempio è dato dal buco del criptoportico, il ninfeo collocato nel bellissimo Bagno di Venere. Percorrendo il lungo corridoio circolare, infatti, ad un certo punto ci si imbatte in una sezione di soffitto crollato. Questo difetto strutturale è stato interpretato dai visitatori come simbolo estremo del degrado in cui versa il parco. Tuttavia non è proprio così, anzi. Quel buco venne realizzato di proposito, proprio per dare un’immagine rovinosa del complesso.

Una rovina romana nel cuore della Reggia

Essere Indiana Jones

Il criptoportico

Il motivo è semplice e per capirlo al meglio basta guardare con attenzione il periodo in cui iniziarono i lavori della Reggia di Caserta. Siamo infatti in pieno Neoclassicismo, a pochi anni dalla sensazionale scoperta dei resti di Pompei ed Ercolano finanziati proprio dai Borbone. Insomma, una vera e propria rinascita dell’antica Roma e del suo vasto impero. E come tanti in Europa, anche Vanvitelli subì il fascino dei fasti di un tempo. Varie sezioni del palazzo e del parco vennero costruite seguendo i canoni classici, per ricreare un’atmosfera capace di proiettare l’ospite di turno indietro di mille anni. Maestose colonne in marmo, statue e dettagli vari si integrarono, e si integrano tuttora, con l’altro stile predominante del complesso: il barocco. Molte sale degli appartamenti furono intitolate a varie figure mitologiche e religiose greco-romane, come la Sala di Marte o la Sala di Astrea. Anche nel parco vennero ripresi diversi modelli classici, come per la Fontana di Diana e Atteone che narra appunto la leggenda della dea romana dedita alla caccia. All’interno del giardino inglese poi, fu realizzato il Bagno di Venere.

Il bagno di Venere visto dal criptoportico

La statua di Venere

Un’opera dal fascino incredibile grazie soprattutto alla splendida statua firmata Tommaso Solari. Attorno ad essa si sviluppa il criptoportico. Si tratta di una galleria decorata con statue e affreschi provenienti direttamente dagli scavi archeologici e dalla collezione Farnese appena ereditata dai Borbone. Il tutto fu realizzato esaltando i particolari rovinosi delle opere, per dare al visitatore la sensazione di ritrovarsi nei panni di un vero archeologo. Ecco quindi graffi, crepe e buchi sul soffitto messi in bella mostra, distaccandosi nettamente dalla rappresentazione classica del mondo romano fatto di marmo liscio e bianco come la luce. Nel tempo, tuttavia, questo valore aggiunto venne lentamente dimenticato fino a divenire, per casertani e turisti, simbolo di degrado. Purtroppo, o per fortuna, così non è. Gran parte di quello che si vede nel criptoportico è originale del periodo, e l’unico responsabile di quei buchi e di quelle crepe altro non è che un certo Luigi Vanvitelli.

 

 

Il criptoportico della Reggia di Caserta: viaggio tra le rovine di Pompei ed Ercolano ultima modifica: 2017-11-27T18:02:00+01:00 da Gabriele Roberti

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