Domenico Cimarosa: il Mozart di Aversa che incantò il mondo – itCaserta

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Domenico Cimarosa: il Mozart di Aversa che incantò il mondo

biografia domenico cimarosa

Se si volessero annoverare i più grandi talenti musicali della storia, sicuramente verrebbero in mente nomi come Mozart, Bach, Beethoven o Verdi. Tralasciando i più famosi, ce ne sono altri che hanno saputo guadagnarsi la fama e il successo che meritavano, nonostante partissero da situazioni non proprio brillanti. Oggi tracciamo i punti salienti e più interessanti della biografia di Domenico Cimarosa, il celebre compositore originario di Aversa che, grazie alle sue considerevoli capacità, giunse sino alla corte di Russia!

Domenico Cimarosa e la musica: una passione giovane

L’abile compositore Domenico Cimarosa nacque il 18 dicembre del 1749, nella città di Aversa. La sua biografia ci riporta che le sue condizioni erano abbastanza indigenti, infatti il padre era un modesto muratore, e la madre una semplice lavandaia. Purtroppo lasciò la sua città natale molto presto, all’età di quattro anni, e si trasferì con la famiglia a Napoli. Si stabilirono nella chiesa di San Severo de’ Padri Conventuali, e lì il piccolo Domenico iniziò a muovere i primi passi nel campo musicale. Ricevette i primi insegnamenti da padre Polcano, organista del monastero. Dimostrò sin da subito di possedere una grande dote, tanto che venne ammesso nel 1761 al Conservatorio di Santa Maria di Loreto, dove rimase per ben undici anni. Ebbe insegnanti del calibro di Gennaro Manna, Antonio Sacchini e Fedele Fenaroli, il quale diede a Cimarosa lezioni di contrappunto.

La copia autografata da Domenico Cimarosa dell’opera Giovinotti mentre in volto

Nel giro di qualche anno, diventò un capacissimo violinista, organista e clavicembalista, nonché un talentuoso cantante. Era stimato e apprezzato da tutti, sia per la perizia tecnica che per la grazia delle sue esecuzioni vocali. Dopo aver lasciato il conservatorio, si perfezionò nel canto con Giuseppe Aprile e Niccolò Piccinni. Durante il periodo trascorso presso la scuola di Santa Maria di Loreto, si dedicò alla composizione di messe e mottetti sacri.

Nel 1772 iniziò il periodo dei successi: debuttò al Teatro dei Fiorentini come operista per Le stravaganze del conte, e con la farsetta Le magie di Merlina e Zoroastro. Seguì poi la realizzazione di tredici opere comiche, rappresentate nei teatri di Napoli e Roma, e ampiamente apprezzate dalla critica. La più importante viene considerata senza dubbio l’Italiana in Londra, datata 1779, che gli valse una discreta notorietà e uno scroscio di applausi. Raggiunse la piena maturità artistica con Giannina e Bernardone, opera acclamata a Venezia e considerata il suo più grande capolavoro.

Alla corte della regina di Russia, Caterina la Grande!

Giannina e Bernardone ebbe così tanto seguito, da giungere fino alla corte della regina russa Caterina la Grande, che invitò l’ormai consumato operista presso la sua corte imperiale. Siamo nel 1787 quando Domenico Cimarosa, giunto a San Pietroburgo, viene designato maestro di cappella, in sostituzione di Giuseppe Sarti. Non esistono fonti documentate, ma si racconta che appena Caterina lo udì cantare, fu colta da un così acceso entusiasmo da chiedergli di dare lezioni ai suoi due nipotini. Si adoperò nella stesura di opere e cantate per il Teatro dell’Ermitage, e lavorò ad altre moltissime creazioni. In questo periodo vedono la luce la Messa di Requiem per il funerale della Duchessa di Serra Capriola (moglie dell’inviato del Re di Napoli), La vergine del sole, La felicità inaspettata e il 29 giugno, l’Atene edificata. Nell’aprile del 1789 furono realizzate Le due fidanzate e I due baroni, e Cleopatra.

Il magnifico Teatro dell’Ermitage, a San Pietroburgo

Recatosi poi a Vienna, fu accolto con tutti gli onori e nominato nuovamente maestro di cappella dall’allora Granduca di Toscana, Leopoldo II. Qui nacque Il matrimonio segreto, messo in scena al Burgtheater il 7 febbraio 1792. Riscosse talmente tanto successo che l’imperatore, nella stessa sera della prima, chiese che l’opera fosse replicata all’istante. Gli ultimi anni dell’artista, però, furono piuttosto turbolenti: durante la Repubblica Napoletana del 1799, entrò nel partito liberale. Quando tornarono i Borbone, molti uomini politici furono arrestati e condannati alla pena capitale, tra cui lo stesso Cimarosa. Grazie all’intercessione di alcuni suoi speciali ammiratori, la sentenza fu commutata in un esilio. Dopo svariati problemi di salute, si recò a Venezia, dove morì l’11 gennaio 1801. Una vita intensa quella di Domenico Cimarosa, piena di fama e di successo, ma anche portatrice di valore. Un valore che ancora oggi si respira, dentro e fuori la sua terra natia!

 

Domenico Cimarosa: il Mozart di Aversa che incantò il mondo ultima modifica: 2018-01-29T16:48:35+01:00 da Marcella Calascibetta

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