Da Patturelli a Valente: storia del Duomo di Caserta

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Duomo di Caserta: un’opera dalle molteplici firme

L'esterno del Duomo di Caserta

Come ogni diocesi anche Caserta ha la sua sede vescovile. Stiamo parlando della Cattedrale di San Michele Arcangelo, principale luogo di culto della città nonché ritrovo per centinaia di giovani casertani desiderosi di passare la serata per le vie del centro. La storia di questa chiesa è alquanto complessa ed ha visto nel corso degli anni l’intervento di diversi artisti, sempre e solo per accontentare un re ed una popolazione decisamente esigente. Ma chi si cela dietro il Duomo di Caserta?

Una diocesi senza sede

Fino al 1783 la Chiesa di San Sebastiano era la struttura religiosa più importante della città. Ogni giorno i casertani vi si recavano per una preghiera, trovare conforto e tutto quello che caratterizza la vita di un fedele. Tuttavia un violento incendio distrusse l’intero complesso, ed i cittadini si ritrovarono di colpo senza un punto di riferimento per le loro funzioni religiose. Si decise allora di spostare la sede vescovile nella piccola Chiesa della Madonna Annunziata, situata non molto distante da quella precedente. La chiesa risultò però non idonea a sostenere le esigenze di tutta la comunità religiosa, che organizzò varie proteste affinché venisse trovata una soluzione. L’unica era quella di ampliare la struttura e così, nel 1815, la reggenza chiamò l’architetto di Corte Giovanni Patturelli.

La facciata del Duomo di Caserta

L’artista di scuola vanvitelliana si mise subito all’opera per realizzare quello che sarebbe diventato il Duomo di Caserta. Le aspettative erano altissime, sia per l’importanza dell’incarico che per la fama dell’architetto. Ma il progetto presentato dal Patturelli non convinse la commissione che ne chiese una revisione, poi un’altra, un’altra ancora. Nulla da fare, c’era qualcosa che non andava. La situazione rimase in stallo fino al 1822 quando Ferdinando I prese a cuore la questione. Chiamò allora un altro architetto, Pietro Bianchi, che in quegli anni era stato appena promosso a primo architetto di Corte. Patturelli e Bianchi lavorarono fianco a fianco ed il 30 maggio del 1822 si posò la prima pietra. Circa dieci anni dopo, nel 1832, la chiesa venne inaugurata dinanzi a tutte le più alte cariche cittadine e la popolazione. E fu un fallimento.

L'altare del Duomo di Caserta

Il completamento del Duomo di Caserta

Il Duomo di Caserta non piacque a nessuno. Le tre navate, l’impianto a croce latina, la facciata: tutto uno schifo, questo almeno secondo i presenti. I due architetti iniziarono ad incolparsi a vicenda come bambini capricciosi. E come tali vennero trattati dal re: licenziati in tronco e rispediti a casa in punizione. Per rimediare ci si affidò ad un architetto di fama minore, Carlo Diversi, che avrebbe completato i lavori senza grosse pressioni. Ma il Diversi non si dimostrò capace di operare su una struttura dallo stile così lontano dal suo. Nel 1837 la commissione dei lavori chiese allora a Pietro Valente, direttore dell’Istituto delle Belle Arti, di completare la chiesa.

L'interno del Duomo di Caserta

Il lavoro di Valente riuscì a mettere in risalto lo stile neoclassico dell’intero complesso. Gli ambienti interni furono progettati ex-novo, mentre le decorazioni vennero realizzate dagli artisti dell’Istituto di Valente: Cammarano, Maldarelli e tanti altri. Nel 1842 il Duomo di Caserta venne inaugurato una seconda volta, senza però quei fischi che caratterizzarono l’evento precedente. Ferdinando I e Maria Carolina ribattezzarono la struttura come Chiesa di San Michele Arcangelo e la diocesi ritrovò finalmente, dopo decenni, la sua sede principale.

La Cappella di San Giovanni

Guardando il Duomo di Caserta è impossibile non notare quella piccola chiesetta a sinistra. Si tratta della Cappella di San Giovanni ed è una delle strutture religiose più antiche della città. La sua costruzione risale infatti al XIV secolo, ma nel corso del tempo ha subito vari restauri e modifiche. L’intervento più importante risale alla seconda metà del Settecento quando Leonardo Pinto, capomastro della Reggia, la ristrutturò per consentire l’allargamento della vicina chiesa dell’Annunziata, prima dell’inizio dei lavori del Duomo. Al suo interno è custodito uno degli altari più belli della scuola vanvitelliana, realizzato in marmo di Carrara su disegno di Francesco Collecini.

La piccola Cappella di San Giovanni, affianco al Duomo di Caserta

Duomo di Caserta: un’opera dalle molteplici firme ultima modifica: 2017-11-09T17:28:01+01:00 da Gabriele Roberti

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