Il presepe napoletano borbonico della Reggia di Caserta – itCaserta

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ARTE

Il presepe napoletano borbonico della Reggia di Caserta

Scorcio del presepe della Reggia di Caserta

Pronti a festeggiare il Natale? Avete già messo tutti i regali sotto l’albero? E il presepe lo avete fatto? Certo, ormai sistemare i pastori sulla loro base di sughero e legno è un’abitudine caduta un po’ in disuso, ma la nostra regione può vantare una lunga tradizione presepiale. Famose sono le ondate turistiche nel periodo natalizio a San Gregorio Armeno, proprio per ammirare le creazioni degli artigiani.
A Caserta inoltre possiamo vantare la presenza, all’interno della Reggia, di uno dei più bei presepi napoletani mai realizzati: il presepe borbonico.

Il presepe napoletano borbonico si impone presso la Reggia di Caserta

Il primo presepe fu realizzato in realtà a Greccio nel 1223, grazie a San Francesco D’Assisi. L’opera vedeva al proprio centro una mangiatoia vuota con il bue e l’asinello. Pian piano l’usanza si diffuse all’interno delle chiese. Essa ebbe un gran seguito nel Quattrocento, per poi radicarsi nel Regno di Napoli a partire dal XVI secolo. Durante quel periodo si passò dalle figure scolpite e statiche, a quelle realizzate con il fil di ferro e la stoppa con l’applicazione della testa e delle giunture scolpite, in modo da creare le articolazioni. Questa tecnica permetteva di rifinire successivamente le figure, rendendole così estremamente variegate.

Scena di vita popolare

A rendere il presepe parte viva della cultura napoletana fu Carlo di Borbone nella seconda metà del Settecento. Successivamente Francesco I, nipote di Carlo, trasformò l’arte presepiale in una vera e propria attività di corte presso la Reggia di Caserta. Qui i dipinti di Salvatore Fergola, esposti nella stessa sala del palazzo reale in cui è attualmente sito il presepe, raccontano l’usanza di creare un progetto ad hoc per il presepe ogni anno. La sala ellittica, all’interno dell’Appartamento Vecchio, è dipinta di bianco e non presenta decorazioni. Essa era dedicata ai divertimenti della corte. Sulla parete campeggia la raffigurazione dell’ultimo presepe allestito dai sovrani, prima della conquista del 1860.
È proprio a quell’ultimo presepe che si ispira quello attuale.

Tecniche di realizzazione

A corte l’usanza era quella di modellare in terracotta le figure più importanti, realizzando poi le altre con la citata tecnica della stoppa e del fil di ferro. Le statuine venivano collocate su quello che veniva definito scoglio, realizzato in sughero. I personaggi che animavano il presepe venivano realizzati da veri e propri artisti. Tra i più importanti ricordiamo Matteo e Felice Bottiglieri, Domenico Antonio Vaccaro, Nicola Somma, Francesco Celebrano, Giuseppe Cappiello e Giuseppe Sammartino.

Pastori

Gli accessori non erano meno preziosi: essi venivano realizzati da orafi, maestri argentieri, artigiani vietresi, costruttori di strumenti musicali etc., in base al genere di suppellettile necessario. Ma la realizzazione del presepe non era appannaggio esclusivo di artisti e artigiani. L’usanza era infatti diventata un vero e proprio divertimento di corte, che vedeva quindi la partecipazione anche di borghesi e aristocratici.  Dame e principesse si dilettavano nel confezionare bellissimi abiti con sete di San Leucio e gioielli in filigrana o coralli, mentre gli uomini si divertivano a riprodurre tutte le figure principali del regno: dal soldato al pastore. Al centro della scena c’era ovviamente la Natività, ma essa era circondata da scene secondarie tratte dalla vita quotidiana popolare.

Come on baby: il presepe contemporaneo di Mimmo Di Dio

Lo scorso 8 dicembre, proprio alla Reggia, l’artista Mimmo Di Dio ha presentato la sua personale versione del presepe. L’opera sembra gettare un ponte che dal 2017 giunge fino alla corte dei Borbone, come a voler preservare un’antica tradizione. Il presepe contemporaneo contava ben 20 culle con altrettanti bambinelli in gesso, tutti con le braccia aperte verso il cielo. Come on baby – questo il titolo dell’istallazione – è un messaggio d’amore e incitamento. Non potrebbe esserci modo migliore per descriverla che farlo con le parole dell’artista e dell’allestitore, l’architetto Raffaele Cutillo: «Il titolo è un’ esortazione al mondo a non fermarsi, a non arretrare davanti alle barbarie di una società che invece di aiutare il soffrente si ferma a fotografarlo, una esortazione ai giovani a non lasciarsi scoraggiare dalle delusioni e dalle difficoltà»

Il presepe napoletano borbonico della Reggia di Caserta ultima modifica: 2017-12-19T18:09:29+01:00 da Mariarosaria Clemente

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