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CASERTA NEI SECOLI MONUMENTI

San Leucio: dal sogno Ferdinandopoli a Patrimonio Unesco

San leucio

Immaginate di percorrere un tratto della Sannitica, l’antica arteria che collega Napoli con Termoli. A circa 4 Km da Caserta vi ritrovate immersi in un verde paesaggio condito da antichi edifici dal sapore centenario. Grandi strade alberate si arrampicano sulle dolci pareti collinari, perdendosi tra costruzioni in pieno stile vanvitelliano.
Non ci siamo smarriti all’interno della Reggia, tranquilli. Ci troviamo a San Leucio, storico complesso borbonico tutelato dall’UNESCO.

Dalla volontà di Ferdinando IV

Lungo quelle colline a Nord di Caserta vi sorgeva un feudo degli Acquaviva, la famiglia più importante della città. Nel 1750 tuttavia, essi cedettero i loro possedimenti ai Borbone di Napoli, tra cui Caserta e i terreni vicini. La città finì quindi sotto dominio borbonico, e una serie di grandi opere edilizie investirono il territorio: dalla realizzazione della Reggia all’ampliamento del centro storico, passando per San Leucio. Qui Ferdinando IV, rimasto colpito dalle bellezze naturali presenti, decise di realizzare la sua tenuta di caccia. Un piccolo luogo dove potersi isolare immergendosi nel verde, all’ombra di un’antica chiesa dedicata a San Leucio, martire brindisino.

Ferdinando IV, Maria Carolina d’Asburgo e i figli

Nel 1778 il primogenito del re, Carlo Tito, morì ancora infante di vaiolo nella stessa San Leucio. Scosso per l’accaduto, Ferdinando IV volle onorare il figlio scomparso con la costruzione di una struttura per accogliere i poveri. Non si trattava però di un semplice albergo, bensì di un complesso che includeva anche un opificio. Questo per consentire a quegli stessi poveri l’apprendimento di un mestiere e renderli produttivi. Uomini e macchinari vennero così impiegati nella produzione di materiale tessile, dando vita allo storico setificio. La comunità crebbe di anno in anno, diventando un piccolo centro autonomo. Il re fece inoltre giungere, da ogni parte d’Europa, i maestri dell’arte tessile per formare gli operai.
In meno di un decennio San Leucio si trasformò da tenuta di caccia a piccola città con un buon tenore di vita.

san leucio

Il setificio

Ferdinandopoli

Bella e produttiva, San Leucio divenne il sogno di Ferdinando IV. Gli operai che la popolavano godevano di non pochi benefici, come alloggi e istruzione gratuita. È infatti proprio a San Leucio l’istituzione della prima scuola dell’obbligo con discipline professionali in Italia. L’orario di lavoro era inoltre inferiore rispetto alla media europea. Uomini e donne godevano degli stessi diritti, i matrimoni prevedevano alcuni benefici e tutta la colonia faceva perno sulla meritocrazia. La proprietà privata venne abolita, mentre il sistema sanitario garantiva assistenza a chiunque. Concetti come fratellanza e uguaglianza riecheggiavano in tutte le strade, facendo di San Leucio una comunità all’avanguardia nel mondo. E tutto questo giovava alla produzione del setificio. Le opere tessili erano infatti contese da ogni paese, da ogni sovrano, e ancora oggi possono essere ammirate nella Casa Bianca o a Buckingham Palace.

Setificio Leuciano

Tutto questo aveva un nome, ovvero Ferdinandopoli. Nel 1789 venne firmata la carta contenente i principi fondamentali in vigore a San Leucio. Un testo stampato in 150 copie in cui si enunciava inoltre la volontà di allargare la colonia con altre opere edilizie. Questo non fu però possibile a causa della discesa in Italia di Napoleone, che pose fine al sogno di Ferdinando.

San Leucio: Patrimonio dell’Umanità

In occasione del bicentenario della sua fondazione nel 1978, San Leucio fu oggetto di numerosi studi da parte degli storici di tutto il mondo. L’Università della Pennsylvania e il Politecnico di Milano ricostruirono, con un grande lavoro di ricerca, la storia del centro. Negli anni ’80, grazie ai finanziamenti del Governo e alla collaborazione della FIAT, iniziarono i lavori per il restauro degli edifici storici borbonici. Nel 1997 l’UNESCO riconobbe il complesso di San Leucio, insieme alla Reggia e all’acquedotto Carolino, come Patrimonio dell’Umanità. Infine, nel 1999, vennero terminati i lunghi lavori di restauro che permisero l’apertura al pubblico dello storico setificio. Da quell’anno, ogni estate, il Leuciana Festival anima le strade di San Leucio con l’esibizione di numerosi artisti internazionali.

San Leucio: dal sogno Ferdinandopoli a Patrimonio Unesco ultima modifica: 2017-04-08T10:00:44+02:00 da Gabriele Roberti

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