La sedia volante: l'ascensore della Reggia di Caserta

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ALLA SCOPERTA DELLA REGGIA

La sedia volante: l’ascensore della Reggia di Caserta

sedia volante

Sognate un attico iperlussuoso? Un ufficio ai piani più alti di un grattacielo? Beh, sappiate che queste cose sono diventate uno status symbol grazie alla scienza e ad una invenzione in particolare. Anni addietro infatti i piani alti erano riservati ai meno abbienti: vista fantastica certo, ma che fatica salire le scale ogni volta! Proprio per valorizzare le abitazioni sopraelevate, entrò in gioco un’invenzione che è poi diventata parte integrante delle vite di ognuno di noi. Stiamo ovviamente parlando dell’ascensore. Quello che forse non sapete è che alla corte dei Borbone non potevano mancare le novità: nella Reggia di Caserta infatti non c’è soltanto il primo bidet d’Italia, ma anche un’ascensore, anch’essa tra i primi prototipi del suo genere.

L’ascensore della Reggia di Caserta

Come dicevamo, l’ascensore fu molto utile per valorizzare le costruzioni più alte, ma trovò una grande applicazione anche nelle miniere, nelle quali si iniziarono ad utilizzare i primi apparecchi con il motore a vapore. Questi ultimi, apparsi all’inizio del XIX secolo, sostituivano quelli azionati attraverso l’energia umana. Sicuramente da ricordare è poi il brevetto del 1853 del primo sistema di sicurezza ad opera di Elisha Otis. Un’ascensore, o meglio una sedia volante, apparve nella Reggia di Versailles nel XVIII secolo. L’11 gennaio 1844 la Soprintendenza Generale della Real Casa comunicò all’incaricato dei siti reali di San Leucio e Caserta, Giustiniano de Blasiis, che il re desiderava una sedia volante all’interno della Reggia di Caserta.

l' ascensore della Reggia di Caserta e il suo prototipo

La sedia si muoveva grazie ad un meccanismo azionato a braccia. Esso era composto da due ruote dentate sulle quali si avvolgevano delle corde di canapa. Con dei fili di ferro furono poi collegate all’ascensore della Reggia di Caserta delle lancette di ferro. Queste lancette, ruotando come quelle degli orologi, indicavano a coloro che tiravano a quale piano si trovava la sedia. Essa fu realizzata all’interno con legno d’acero. Per la gabbia si preferì invece il legno di castagno. L’alunno architetto della Real Casa Carmelo Gargiulo firmò la relazione finale dei lavori che conteneva anche le spese effettuate. Il costo totale inizialmente previsto per l’ascensore era di 3335 ducati.

Gaetano Genovese, il papà della sedia volante

A progettare l’ascensore della Reggia di Caserta fu Gaetano Genovese. Nato nel 1795 ad Eboli, in provincia di Salerno, studiò architettura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, per poi completare la propria formazione a Roma. Una volta tornato a Napoli fu assunto, nel 1824, come aiuto architetto della Real Casa. Presto si ritrovò però a capo dell’ufficio, essendo uno degli architetti preferiti della famiglia reale.

La sala del trono della Reggia di Caserta

Fu proprio nell’ambito del suo incarico presso la Real Casa che il Genovese operò una serie di lavori di restauro e di decoro. Tra questi vanno ricordati in particolar modo, presso la Reggia di Caserta, la realizzazione definitiva della Sala del Trono e la creazione dell’ascensore, o meglio della sedia volante.

La sedia volante: l’ascensore della Reggia di Caserta ultima modifica: 2017-12-29T19:09:49+01:00 da Mariarosaria Clemente

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