Cavalieri, dame e singolar tenzoni! I castelli sono di certo, nell’immaginario collettivo, luoghi in cui la magia degli alchimisti si miscela con i duelli all’ultimo sangue. Bellissime principesse e prodi guerrieri sembrano popolarli anche dopo secoli, eppure c’è dell’altro. Anzi, i castelli erano prima di tutto luoghi fondamentali di avvistamento, da cui si potevano anticipare le vili mosse dei nemici. Oggi vi presentiamo uno dei luoghi più strategici della storia casertana: il castello di Mondragone!
Il castello di Mondragone, l’occhio del potere sulla valle
Ebbene si, una volta sfatato il mito dei Re che decantavano poesie alle amate cortigiane, è arrivato il momento di dire la verità. Il castello di Mondragone, come molti altri, era di certo uno strumento infallibile per poter avere un notevole controllo su tutto il territorio circostante. Nello specifico, la rocca di Mondragone aveva una visuale speciale: da qui si aveva una panoramica unica, che andava dagli antichi bagni di Sinuessa fino a Castel Volturno. Di certo costituiva un luogo strategico di non poco conto il castello di Mondragone, tanto che moltissimi erano i regnanti e i blasonati che volevano possederlo! La storia ci racconta che il territorio nel quale è compresa la Rocca di Mondragone, restò sotto il dominio dei longobardi di Capua fino al 1058, quando il Principato di Capua tornò nelle mani di Riccardo Conte di Aversa.
La rocca Montis Dragonis (foto di Nunzio Fardella)
Fu proprio grazie a quest’ultimo che si hanno documentazioni scritte del sito in questione: nella Cronaca della Cava figura il sito di Monte Dragone tra i suoi possedimenti e quelli di suo figlio Giordano. In quel caso, però, il castello di Mondragone non viene menzionato chiaramente, infatti si scrive solo di un generico locus montis Dragonis. Delle vere e proprie notizie della rocca si hanno solo in merito alle devastazioni subite dagli insediamenti fortificati campani, ad opera del re normanno Ruggero. Nel 1134, Ruggero si impossessò del castello, defraudando il principe di Capua, e costruendo nuovi espedienti difensivi. Dopo la morte del re normanno, ripresero le aspre lotte tra i baroni da lui spodestati, affinché potessero riconquistare il forte. Fu allora che Riccardo dell’Aquila, conte di Fondi, conquistò Teano, Sessa e la Rocca di Mondragone.
Il castello di Mondragone oggi, tra rimaneggiamenti e campagne di scavo
Nel corso dei secoli questo magnifico castello, baluardo delle volontà battagliere dei conti e dei duchi del Regno, ha subito molte modifiche. Le torri che ancora oggi si possono intravedere, portano a credere che siano state edificate in epoche differenti, e che senza dubbio già esisteva un’antica costruzione prima che venisse realizzata la rocca. Il castello viene collocato cronologicamente nel periodo tra l’Alto ed il Basso medioevo, e oggi ha un aspetto che è cambiato rispetto a quello originario. Tuttora il castello di Mondragone si presenta come un massiccio edificio a forma quadrata, composto da due piani poggiati sulla parte scoscesa del monte, e le sue fondamenta seguono il profilo orografico del terreno. La rocca venne poi abbandonata tra il XV e il XVI secolo.
La rocca di Mondragone di notte (foto di mapio.net)
Dal 2001, il Comune di Mondragone ha finanziato varie campagne di scavo presso la Rocca Montis Dragonis, che hanno fatto riemergere un vero villaggio medievale, di particolare interesse archeologico (anche perché le recenti scoperte fanno luce sull’antico fenomeno dell’incastellamento di età medievale sul territorio dell’alta Campania). Molti reperti sono stati conservati all’interno del Museo Civico Archeologico della città. Da qualche anno, grazie all’impegno di alcune associazioni del territorio, il castello viene riccamente illuminato nei giorni della festa di San Michele Arcangelo. Il castello di Mondragone è quindi un luogo fondamentale per più di una ragione,e ci stupisce ancora oggi per la sua potenza evocativa!