La chiesa di San Rufo Martire a Piedimonte di Casolla

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San Rufo martire a Casolla, un piccolo gioiello da salvare

San Rufo

Il patrimonio architettonico religioso del nucleo originario di Caserta è costituito da piccole strutture collocate nella zona pedemontana. Spesso trascurare e bisognose di urgenti restauri, queste perle rappresentano una testimonianza artistica che non può essere dimenticata. Una di esse è la chiesa di San Rufo martire a Piedimonte di Casolla.

San Rufo Scalinata

La scalinata che precede l’accesso alla chiesa

Una piccola chiesa di magnifica semplicità

Come per quasi tutti i piccoli complessi ecclesiastici vicini alla zona di Casertavecchia, la chiesa di San Rufo martire viene citata nella bolla del vescovo Senne o Sennete, del 1113. San Rufo, secondo la leggenda, fu un militare romano originario di Ravenna. Costui, dopo la conversione alla confessione cristiana, si prodigò attivamente nell’opera di apostolato a Capua e per questo subì la condanna a morte.

San Rufo Facciata

La grande semplicità della facciata di San Rufo Martire

Come accade per le chiese medioevali della zona, il prospetto della chiesa di San Rufo Martire è caratterizzato da una grande semplicità, tipica dell’architettura romanica. Sorge su un banco di tufo, disposta in maniera tale che l’esposizione permetta al sole di posare i suoi ultimi raggi sul tabernacolo. Originariamente a navata unica, nel corso del XVIII secolo la chiesa venne ampliata grazie all’intercessione del parroco don Nicola Iannelli. Furono aggiunte due cappelle laterali e vennero avviati i lavori per l’ampliamento del campanile.

San Rufo Abside

Particolare dell’abside con il Cristo Pantocratore nel catino (foto di Francesco Cimmino)

Per quel che concerne le decorazioni interne, le pareti della navata ospitano due brani di affreschi, decisamente rovinati dal trascorrere del tempo. È possibile scorgere nell’abside anche un Cristo Pantocratore (cioè sovrano di tutte le cose) che, sebbene si presenti incompleto a causa degli interventi del XVIII secolo, porta con sé un’importante testimonianza. Si presenta, infatti, come l’unico esempio iconografico di questo tipo nel territorio limitrofo, elemento che ci conduce ad associare l’opera ad artisti bizantini, che probabilmente lavorarono pensando agli esempi lasciati nell’abbazia di Montecassino.

Un patrimonio da difendere

La bellezza austera e antica della chiesa di San Rufo Martire a Piedimonte di Casolla, tuttavia, è fortemente a rischio. L’edificio, infatti, richiederebbe una manutenzione maggiore rispetto a quella assicurata. Il sostentamento di San Rufo Martire, infatti, si può racchiudere unicamente nel lavoro dell’Associazione San Rufo Rinasce Onlus. Questa fondazione è riuscita a trovare i fondi per restaurare ben quattro affreschi risalenti al periodo di sacerdozio di don Nicola Iannelli. Quest’ultimo è senz’altro il personaggio che più ha influito nella storia del complesso. Grazie alla redazione della Nota delli beni della Chiesa Parrocchiale di S. Rufo M. da lui redatta, siamo a conoscenza dei restauri effettuati nella chiesa e del patrimonio della chiesa, oltre all’elenco di tutte le persone che avevano rapporti con la comunità religiosa.

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La drammatica condizione degli affreschi della chiesa (foto di Francesco Cimmino)

Oltre a don Nicola Iannelli, è giusto fare menzione anche di Gian Francesco Alois e sua moglie Isabella Caracciolo. Nella chiesa infatti, è custodita una pietra tombale che ricorda a tutti la tumulazione dei due nella chiesa. Alois, umanista ed eretico, fu una figura centrale nel borgo di Piedimonte di Casolla. Nel suo palazzo, infatti, ospitò poeti, filosofi e letterari, contribuendo a alla crescita culturale del borgo che visse un periodo di grande splendore in questo periodo.

San Rufo martire a Casolla, un piccolo gioiello da salvare ultima modifica: 2018-11-07T09:19:02+01:00 da Luigi Bove

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