La Pasqua simboleggia il momento nel quale si attende la rinascita intesa come trasformazione che tutto rigenera. Ma prima di questo fatidico giorno si precedono momenti altrettanto importanti. Il venerdì ed il sabato Santo rappresentano infatti anch’essi giorni ricchi di storia e tradizione. E tra i tanti piatti che caratterizzano il nostro territorio, spicca la minestra maritata. La sua preparazione evoca dolci ricordi, legati alle nonne e alle mamme intente nella lavorazione in cucina. Ma come si prepara?
La minestra maritata del sabato Santo: tu la sai ammaretà?
Veniamo ad una delle ricette cardine della tradizione popolare pasquale campana: la minestra maritata. Un must che non può mancare sulla tavola di ogni casertano. Si rispolverano le versioni più segrete e ci si ricorda dei trucchetti tramandati da chi semmai pur non essendoci più fisicamente, rivive nel ricordo di chi ne trasmette la sua arte.
Questa che vi proponiamo è una versione light che si distacca da quella classica napoletana, più ricca di ingredienti, ma squisita allo stesso modo, gentilmente concessaci grazie alla collaborazione di una cara amica casertana. Ciò che la caratterizza è la scelta certosina delle verdure adatte, del tipo di taglio e di qualità di carne da utilizzare. La quantità degli ingredienti varia in base al numero dei commensali. Scegliamo quindi quattro tipi di verdure tra cicoria, scarola, broccoli neri e verdi. Per quanto riguarda la componente proteica, abbiamo bisogno di salsiccia dolce e piccante, di polmone di maiale, un gambetto di prosciutto crudo con la cotenna da tenere da parte soltanto se gradita, fusi di pollo e spezzatino di carne con i quali procederemo a fare un brodo per cuocere la minestra man mano che aggiungeremo la verdura precedentemente lessata separatamente in base ai tempi di cottura.
Il fondo, da preparare in una pentola capiente, sarà quello classico di aglio, olio, peperoncino, pomodorini, al quale aggiungeremo salsiccia fatta sgrassare precedentemente in acqua bollente e la carne di manzo, il pollo a pezzi lessati nel brodo. Poi arriva il momento della salsiccia dolce, piccante e di polmone e la cotenna per i più tradizionalisti. Si lascia cuocere per un tempo necessario a far assemblare tutti i sapori, come una qualunque minestra tradizionale.
L’attesa del dì della festa e il potere evocativo dei ricordi
Il Sabato Santo è il giorno del silenzio e dell’attesa, come un tipico Sabato del villaggio che si rispetti, per citare Leopardi. Crediamo che nella mente di ogni casertano ci sia almeno un ricordo legato alla preparazione e all’attesa della Pasqua. Sono immagini familiari, profumi ed emozioni che ci portiamo dentro anche a chilometri di distanza soprattutto adesso che le circostanze ci costringono a vivere divisi.
Per fortuna esiste la realtà del volontariato che giunge in soccorso durante queste emergenze, come quella nata la scorsa settimana a Pizzoli, grazie alla solidarietà di un benefattore che ha donato uova di Pasqua dell’Ail a tutti i bambini della comunità di età compresa tra i 3 e i 5 anni.
Il potere dei ricordi, in primis quello dell’amore, aiuta anche a fare questo. Non arrendiamoci, viviamo questi attimi insieme, abbracciando anche le famiglie di coloro i quali trascorreranno nel dolore questa ricorrenza.
Non smettiamo mai, cari lettori, di ricordare, trasmettere ed insegnare alle generazioni future, le tradizioni, gli usi e i costumi della nostra amata Caserta. Ci auguriamo che questa Pasqua non vi deluda, che rechi nelle vostre uova le sorprese più belle. Auguri a tutti e come si dice ad un bambino che è appena caduto: Non preoccuparti, passerà anche questa!