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CASERTA NEI SECOLI

Resa di Caserta: quando nella Reggia si decisero le sorti dell’intero Paese

Resa di caserta

Il 25 aprile ricorre in tutta Italia la Festa della Liberazione, il giorno che ha segnato la fine del nazifascismo nel nostro paese. Tuttavia si tratta di una data simbolica, in quanto la fase finale della guerra fu molto più lunga e complessa. C’è però un giorno preciso che ha un’importanza storica di rilievo: quella del 29 aprile 1945. Esattamente 72 anni fa nella Reggia si firmava infatti la Resa di Caserta. E no, non si tratta della resa della nostra città, bensì di quella dei tedeschi e della Repubblica Sociale Italiana.

Riprendersi il paese

Aprile 1945. Lungo tutta la penisola le truppe alleate, con il supporto dei partigiani, combattono contro i soldati nazifascisti. I tedeschi sono ormai in ritirata e l’Operazione Grapeshot si appresta ad entrare nella sua fase finale, ovvero liberare il Nord Italia. Per radio Sandro Pertini la mattina del 25 legge il comunicato del CLNAI, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Al grido di arrendersi o perire, si invitano i tedeschi ad abbandonare città, presidi e le strade italiane. La guerra, almeno in Italia, sta per finire. Il popolo italiano prende coscienza delle proprie vite, ma si riprende soprattutto il paese. Gli alleati organizzano le varie incursioni, coordinando truppe e mezzi per l’avanzata finale. E lo fanno da una zona ormai sicura da diversi mesi: Caserta. Il centro di comando alleato si trovava infatti nella Reggia, ed è qui che si elaborano le strategie per le ultime battaglie.

Resa di caserta

La Gustav (la linea difensiva tedesca che divideva in due l’Italia) era stata sfondata l’anno prima. Il generale Harold Alexander, comandante delle truppe alleate, sapeva però molto bene che ci sarebbe stata una forte resistenza nelle ultime zone occupate. Si cerca allora un modo per accelerare, ma soprattutto agevolare il tutto. Parte così l’Operazione Sunrise.

L’Operazione Sunrise e la Resa di Caserta

Allen Dulles, capo del Servizio Segreto Americano, si incontra in Svizzera con Karl Wolff, comandante delle SS dislocate in Italia. L’obiettivo è uno solo soltanto: far firmare la resa ai tedeschi nonché ai soldati italiani della RSI. Questo perché la Repubblica Sociale Italiana non era stata riconosciuta come Stato sovrano, e quindi non poteva condurre azioni diplomatiche. Wolff cerca così di procurarsi una delega da Graziani (Ministro della Difesa della RSI) che ottiene dopo non poche difficoltà. Iniziano le trattative e in poco tempo si giunge ad un accordo. È il momento di firmare, ma bisogna farlo davanti al comando centrale degli alleati. Bisogna farlo a Caserta.
Wolff però non poteva lasciare la Svizzera. Incarica allora un suo emissario, il maggiore Wenner, che si reca nella città campana.

All’interno delle eleganti stanze della Reggia c’è un via vai di soldati ed ufficiali angloamericani. Gli arredi borbonici si mescolano con i telegrafi, fascicoli e le mappe con sopra riportati i movimenti delle truppe. Wenner, accompagnato dal colonnello Schweinitz, si incontra con William Duthie Morgan, comandante dell’esercito alleato del Mediterraneo. La tensione è alle stelle, anche perché i superiori tedeschi di Wolff non vogliono la resa. Ma ormai le gerarchie degli sconfitti non contano più nulla. Così, la sera del 28 aprile alle ore 21.00, le parti in causa firmano la resa delle truppe tedesche e italiane. Resa che diventa effettiva il 29 aprile, e che stabilisce il cessate il fuoco in tutta Italia per il 2 maggio 1945.

Un accordo che stava per saltare

Come detto prima, l’alto comando tedesco non era d’accordo nell’arrendersi e lasciare l’Italia agli alleati. Tuttavia il 30 aprile 1945 (il giorno dopo l’ufficialità dell’accordo) Adolf Hitler si tolse la vita nel suo bunker personale. Questo episodio convinse i comandanti tedeschi a non opporsi alla Resa di Caserta. Se il Führer non si fosse suicidato probabilmente gli scontri sarebbero durati ancora per diversi mesi, trascinandosi altra morte e distruzione.

Resa di Caserta: quando nella Reggia si decisero le sorti dell’intero Paese ultima modifica: 2017-04-29T10:34:29+02:00 da Gabriele Roberti

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