Santino Piccolo e gli altri: la nascita della Juvecaserta

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SPORT STORIE CASERTANE

Santino Piccolo e gli altri, ovvero la nascita della Juvecaserta

una partita della Juvecaserta

In molte città italiane il calcio riempie gli stadi e i cuori. A Caserta però è il basket a riempire il palazzetto. La storia della Juvecaserta, la squadra casertana di pallacanestro, risale all’ormai lontano dopoguerra. Furono gli alleati a portare questo sport in città. L’accoglienza per il nuovo gioco fu molto positiva e, già nel 1946, nacquero la Oberdan (in cui militava Santino Piccolo) e la Libertas, le prime squadre locali. Il nido dei cestisti era la palestra Giannone, ed allora si era molto lontani dal professionismo. Si giocava con mezzi e schemi di fortuna, e i derby tra le due squadre finivano quasi sempre per sfociare in una rissa. Ma quello era soltanto il primo passo di una strada lunghissima e lastricata di emozioni, che avrebbe portato Caserta ai vertici del basket italiano.

La fondazione del Club

Nel 1951, in occasione del Torneo Petroccione, si giocò in un campetto in piazza Redentore l’ennesimo derby finito a botte. Ai giocatori dell’Oberdan, però, venne un’idea: costituire un Club per potersi iscrivere ad un vero campionato. L’idea fu sottoposta all’avvocato Donato Messore delle Seterie Giuseppe De Negri, che ne divenne il primo Presidente. Michele Farina fu eletto vice, come consiglieri i giocatori insieme a Eduardo Campopiano. Eduardo Guma divenne tesoriere, seguito poi da Giulio Buonpane. Si pensò anche agli addetti alle feste ricreative, Tonino Massimo e Dino D’Ettore. Già allora, come in tutta la storia della squadra, si pensò di puntare sui giovani. Inoltre Santino Piccolo, uno dei giocatori di punta, era un gran tifoso della Juventus. Per questi motivi il nome del club divenne ben presto Juventus. La maglia era bianca con un’enorme J sul petto, e i colori ufficiali erano bianco e nero.

zebra bianca e nera

Più tardi i colori divennero rosso e nero, come quelli che erano stati dell’Oberdan, ma con Maggiò, anche lui juventino, si tornò al bianco e nero, che fu mantenuto poi da tutti gli sponsor ad esclusione del Matese. La sede dello Sporting passò da via Mazzini a via Colombo per poi arrivare a via Roma. In quelle sedi, oltre a parlare di sport si giocava anche a carte. Questa funzione di circolo ricreativo portava delle entrate che permettevano di affrontare le sempre più onerose spese dei campionati.
La prima formazione era costituita da: Mario, Alfonso e Lello Farina, Santino Piccolo – allenatore e giocatore – Belsito, Inzolia e Brunetti. Il primo campionato fu un disastro: iniziato con un 68 a 14 per gli avversari, fu quasi completamente in perdita. Ma era il primo campionato di una vera squadra, una squadra che, anziché abbattersi, né uscì motivata a migliorarsi e crescere.

Santino Piccolo

La leggenda narra che una delle partite fu persa a causa di una notte brava. A Taranto i giocatori, eccezionalmente, pernottarono in albergo. A quanto pare i bianconeri passarono quella notte a spiare una coppia di sposi in luna di miele. I guardoni arrivarono poi in campo, il giorno dopo, completamente privi di energie per la partita.

guardone

Al rientro a Caserta, però, Santino Piccolo affrontò un altro viaggio. Egli infatti si recò a Messina, ove frequentò un corso da allenatore tenuto da Vittorio Tarcuzzi, esperto dei cosiddetti fondamentali. Una volta tornato, Piccolo iniziò ad insegnare ciò che aveva imparato ai giovanissimi. Santino guadagnò così il titolo di papà della pallacanestro casertana. Questo papà aveva un carattere decisamente burbero, tanto da aver strappato addirittura la maglia ad un arbitro. Ma fu grazie a lui che, nel ’52-’53, la Juve istituì due squadre giovanili che sbaragliarono gli avversari, imponendosi sia come Allievi che come Juniores.

piccola giocatrice

Fu sempre grazie a lui se al campionato di serie C ’55-’56 arrivò la prima vera Juventus, nata da una scuola tecnica. Quell’anno si sfiorò la promozione in B, guadagnata poi l’anno successivo. La squadra fu premiata per la promozione con una medaglia, una cena dalla Pacchiana e un discorso sullo sport e il sacrificio. Santino Piccolo terminò la propria carriera da dirigente della Juvecaserta nel ’69. I bianconeri non potevano saperlo, ma di lì a breve sarebbe arrivato un uomo decisivo per la loro storia.

Santino Piccolo e gli altri, ovvero la nascita della Juvecaserta ultima modifica: 2017-04-08T10:00:03+02:00 da Mariarosaria Clemente

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