Il gustoso scarpariello di Aversa: tradizione e innovazione

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Lo “Scarpariello” di Aversa: semplicità e bontà in cucina

scarpariello aversa

Scarpariello, noto piatto di Aversa

La cucina rappresenta di certo uno dei più grandi piaceri della vita. Il territorio campano, nella sua millenaria cultura culinaria, ha saputo regalare piatti deliziosi e ricchi di tradizione. Ricette e consigli vengono tramandati dalle mamme alle figlie, tanto che le nostre nonne non perdono occasione di prepararci succulenti pranzetti domenicali! Profumi e sapori della nostra terra sanno incantarci come nient’altro, possiamo ben dirlo. Oggi vi presentiamo lo Scarpariello, piatto della cucina campana, nella sua gustosa variante di Aversa!

Lo Scarpariello: l’anima ricca della tradizione povera

Lo scarpariello è, nella sua ricetta più famosa, un piatto napoletano. In verità, esiste una variante aversana di questa prelibata ricetta. Per quanto riguarda le sue origini, lo scarpariello prenderebbe il suo nome dalla figura del calzolaio, che in dialetto viene detto scarpar. In passato, infatti, le diligenti mogli dei calzolai preparavano spesso questo piatto squisito, usando ingredienti semplici, allo scopo di far ristorare i mariti. Dopo le faticose giornate che passavano gli artigiani, un bel piattone di pasta fumante era proprio quello che ci voleva. Secondo un’altra teoria, decisamente più succulenta, il nome scarpariello riguarderebbe invece l’usanza (tutt’altro che perduta) di fare la scarpetta col pane, intingendolo di sugo. Sembra quasi che non si possa terminare una cena o un pranzo, senza aver prima indugiato nel poetico affondo rosso pomodoro che persiste davanti ai nostri occhi.

Lo scarpariello lega la sua origine al mestiere del calzolaio

Lo scarpariello lega la sua origine al mestiere del calzolaio

La bontà di questo vanto della nostra cucina appare alquanto insospettabile, poiché in passato veniva realizzato spesso con ciò che si trovava in casa. Lo scarpariello, infatti, non è frutto di una cucina chissà quanto elaborata, anzi. Si prepara facilmente, e la sua genuinità è data dall’essenzialità delle sue componenti. Proprio la tradizione calzaturiera ad Aversa, dunque, ha permesso la nascita dello scarpariello, tramandando la sua ricetta di generazione in generazione. Precisamente, ad Aversa il Quartiere Lemitone è famoso per essere luogo di specialità calzaturiere. Qui vi si recano tutti coloro che cercano calzature e manifatture artigianali proprie del territorio aversano. Lo scarpariello rappresentava, in definitiva, un pranzo davvero povero, che veniva confezionato con i prodotti avanzati, o con quelli che venivano regalati (quasi sempre formaggi) allo scarparo dalle persone che richiedevano i suoi lavori, ma che non potevano pagarlo in denaro.

Ad Aversa lo scarpariello è…

A differenza di quello napoletano, lo scarpariello aversano prevede un tipo di pasta dal formato casereccio. Vengono infatti impiegati o gli spaghetti alla chitarra o i fusilli. Secondo la ricetta propria di Aversa, lo scarpariello può essere realizzato in due modi: tradizionale o moderno. Ciò accade perché, nella ricetta originale, lo scarpariello prevede l’uso dello strutto. Si sa, oggi sono tutti attenti alla linea, per cui si è pensato di eliminarlo, per sostituirlo col più salutare Olio Evo. Per la ricetta classica, bisogna sbucciare l’aglio e tritarlo finemente. Si ripete la stessa operazione con il basilico ed il prezzemolo fresco, e si privano i pomodori dei semi. Qualche volta si può ricorrere anche al ragù avanzato della domenica precedente, per cui non è un male praticare anche questa alternativa.

Un vino che potrebbe abbinarsi bene allo scarpariello è quello di Gragnano

Un vino che potrebbe abbinarsi bene allo scarpariello è quello di Gragnano

Il peperoncino termina il quadro col suo sapore deciso, caratteristica tipica proprio dello scarpariello. Per gustarlo al meglio, la pasta deve essere al dente, e condita con strutto (sugna), una manciata di parmigiano e di pecorino, ed un po’ di basilico e prezzemolo. Diversa leggermente è quella moderna, dove come anticipato viene eliminato lo strutto e vengono usati i bucatini. Quando nella padella viene cotto il tutto, bisogna poi stare attenti a far amalgamare il formaggio con la pasta, così da creare un bell’insieme omogeneo. Se poi ci si affianca anche un buon vinello rosso paesano, il connubio manda in estasi. Provate anche voi a realizzare questo piatto della tradizione aversana, per ricordare il passato e deliziare… le papille!

Lo “Scarpariello” di Aversa: semplicità e bontà in cucina ultima modifica: 2018-07-09T10:36:53+02:00 da Marcella Calascibetta

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