Spartaco, Santa Maria Capua Vetere e la terza guerra servile

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CASERTA NEI SECOLI

Spartaco: lo schiavo di Santa Maria Capua Vetere che si ribellò a Roma

La Storia, magistra vitae, ci regala spesso momenti salienti e decisivi che fanno leva sui nostri sentimenti e sui nostri valori. Gli eventi del passato ci fanno sentire di appartenere ad una comunità, e di essere il frutto di un susseguirsi inarrestabile di accadimenti. Alcuni tra questi ancora oggi, a distanza di secoli, ci affascinano e ci avvincono. Esempio di ciò è l’entusiasmante storia di Spartaco, soldato romano poi reso schiavo, che con coraggio e determinazione guidò la famosa ribellione dei gladiatori, partendo dalla città di Santa Maria Capua Vetere

Spartacus, l’eroe dal volto umano

Spartaco nacque in Tracia da una famiglia di pastori, approssimativamente tra il 111 e il 109 a.C. Crebbe svolgendo il mestiere dei genitori, fin quando non decise di arruolarsi nell’esercito romano come milite ausiliario. La condotta nei suoi confronti fu xenofoba ed eccessivamente ferrea, tanto che Spartaco decise di disertare, fuggendo. Malauguratamente la diserzione era considerato reato da corte marziale, tanto che il povero soldato fu ridotto in schiavitù e venduto a Lentulo Batiato. Quest’ultimo era il capo di una famosa scuola di gladiatori nell’odierna Santa Maria Capua Vetere (l’antica Capua romana), e costrinse Spartaco a diventare un gladiatore. Lo obbligò a battersi contro altri gladiatori, e a fronteggiare bestie feroci. Le sue condizioni di vita, e quelle dei suoi compagni, erano talmente disumane da spingere gli ormai esausti uomini ad una rivolta nel 73 a.C. La ribellione, che ebbe inizio nella scuola gladiatoria (ludus), divampò in poco tempo.

Dipinto ad olio che raffigura un gladiatore che combatte nell’arena

Nonostante disponessero solo di attrezzi agricoli, gli schiavi ebbero la meglio sull’esercito infuriato che si trovarono ad affrontare e scapparono fino alle pendici del Vesuvio. Il soldato indomito, ormai vittorioso, venne eletto capo con favore unanime. La rivolta impensierì il governo romano, che mandò nel giro di poco tempo due pretori per sedare la sommossa. Sfruttando l’oscurità e l’effetto sorpresa, Spartaco e i suoi sferzarono una bruciante sconfitta all’irriducibile milizia nemica, eliminando gran parte dei legionari. La sua sagacia e l’abilità strategica furono viste con orgoglio dai contadini poveri e i pastori della zona vesuviana, tanto che questi lo seguirono, mossi da un nuovo spirito di libertà dagli oppressori romani.

La fine della rivolta

Nel 72 a.C. il Senato deliberò la fine dell’insurrezione. Spartaco, giunto in Apulia, venne a sapere della morte del suo alleato Crisso, ma ciò non lo intimorì. Forte delle sue convinzioni, il ribelle sconfisse nuovamente l’esercito romano e iniziò a muoversi verso Sud. Giunto in Sicilia, scoprì che Crasso (proconsole romano) aveva fatto costruire un muro nei pressi dell’istmo di Catanzaro per impedirgli la risalita verso Nord. A quel punto, Spartaco sfondò il blocco e, nonostante fosse stato colpito alle spalle da Crasso, vinse ancora una volta, nella battaglia di Petilia. Ormai stremato dalle battaglie e con al seguito uomini sfiniti, il prode e valoroso eroe trace morì, accerchiato dai legionari e massacrato senza pietà.

Spartaco, tra cinema e televisione

Ovviamente le avvincenti gesta di questo personaggio non potevano lasciare indifferenti l’ambito cinematografico, tanto che uno dei più grandi registi mai esistiti, Stanley Kubrick, decise di omaggiare il trace con una pellicola omonima datata 1960. Tratto dal romanzo di Howard Fast, il film vede come protagonista un giovane Kirk Douglas nei panni del nostro paladino, che con audacia e fierezza conduce la sua guerra all’oppressione dei più deboli contro le crudeltà dei più potenti.

Una scena del film Spartacus, con Kirk Douglas che impersona il prode gladiatore che capeggia la rivolta dei ribelli

Benchè ci siano delle inesattezze dal punto di vista storico, questa testimonianza resta ancora oggi una pietra miliare sia del cinema che della storia, tanto da ritrovare risonanza anche nella produzione televisiva odierna. Infatti la serie Tv intitolata Spartacus, ricalca le vicende di Spartaco, puntando molto sulla location. L’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, splendido esemplare di anfiteatro secondo solo al Colosseo, viene spesso citato nella serie, ed è sfondo delle avventure del soldato trace. Ispirandosi alle colorate e spettacolari opere cinematografiche di Frank Miller, gli episodi si susseguono in un turbinio di violenza e scene erotiche tout court, libere da censura e che vedono un Andy Whitfield impersonare con grande capacità e cura il nostro caro gladiatore.

parte del cast della serie tv Spartacus, con Andy Whitfield che impersona il protagonista

«Un uomo deve accettare il proprio destino, o essere distrutto da esso», così ripete Spartaco nelle varie inquadrature che lo vedono ora nell’arena polverosa, ora tra le braccia di una conturbante fanciulla. Un destino, un nome, che ancora oggi anima i cuori di molti. Un’eco intramontabile, che pare quasi provenire ancora dal nostro ameno Anfiteatro: «Spartaco chiama la folla a gran voce.

 

Spartaco: lo schiavo di Santa Maria Capua Vetere che si ribellò a Roma ultima modifica: 2018-01-04T14:51:37+01:00 da Marcella Calascibetta

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