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PERSONAGGI

Speranza, il rapper casertano ospite della Bignardi

Speranza

La nostra città ci regala spesso personaggi controversi, ma molto significativi. È di qualche giorno fa l’intervista del rapper Speranza a L’Assedio, programma condotto da Daria Bignardi su Nove. Con un vissuto nelle poverissime banlieu parigine, il ragazzo del rione Vanvitelli è autore di una musica cruda e, per sua stessa ammissione, brutale. Una musica che, però, non divide ma unisce soprattutto le comunità più emarginate.

Dai rioni francesi… a quelli casertani

È di qualche giorno fa l’intervista di Daria Bignardi a questo ragazzo timidissimo, ma dotato di un’energia coinvolgente, che porta lo pseudonimo significativo di Speranza. Speranza, sì, proprio il valore che ha spinto Ugo Scicolone (lontano parente di Sophia Loren, come racconta alla Bignardi) da quando, piccolissimo, si trasferisce con il papà e la madre francese proprio nel Paese natale di quest’ultima. Stabilitosi in un quartiere poverissimo ai confini della Germania, Speranza si ritrova in un contesto multiculturale, che apre il suo pensiero verso un mondo di condivisione e diversità, ma lo abitua anche ad una vita dura e priva di agi. Qui sceglie il suo nome d’arte, volutamente italiano, e comincia a rappare in francese.

Speranza Da Daria Bignardi
Il rapper ospite di Daria Bignardi. Fonte: Dplay

Il richiamo di Caserta, la sua città, è però troppo forte. E così, finiti gli studi, il ragazzo si trasferisce in un altro rione, il Vanvitelli. Per mantenersi, Ugo si da da fare come manovale e come muratore. La sua passione, il suo estro, la voglia di emergere e di esprimersi, però, trovano sfogo in una cosa sola: il rap. Così, accompagnato dagli amici nei video, comincia a scrivere testi durissimi come Chiavt a mammt, Manfredi (ispirato al personaggio della serie tv Suburra) e Spall a sott, che richiama il grido che gli accollatori casertani fanno prima di alzare il carro che porta la statua della patrona della città, Sant’Anna.

La musica di Speranza da voce alle minoranze etniche

Sì perché, pur avendo vissuto tanti anni in Francia, Speranza è orgogliosamente casertano. E lo dimostra anche in tv, indossando una t-shirt della squadra di calcio della città. La sua musica si pone sulla scia dei molti rapper campani che raccontano il difficile contesto delle periferie. In questi luoghi, infatti, la microdelinquenza è, talvolta, l’unica opportunità che tanti ragazzi possono cogliere. E lo fa in abiti poveri, perché sono gli unici che può permettersi, come racconta nel testo di Givova, il noto brand campano di abbigliamento sportivo. Le sue influenze infantili e adolescenziali, comunque, sono sempre presenti nei suoi testi. Varie, infatti, sono le parti rappate in francese, così come vari sono i riferimenti a popoli africani, indipendentisti kosovari, rom e berberi nei brani di Scicolone.

Speranza A Caserta
Speranza durante le riprese del video della sua Spall a sott. Fonte: Bresciaoggi

Il male si combatte con il male, insomma, secondo il pensiero di Speranza. Attraverso il suo linguaggio duro, che spesso sfocia in un turpiloquio molto aggressivo, il rapper vuole smuovere le coscienze riguardo alle problematiche altrettanto significative delle periferie. Linguaggio che lo ha portato ad essere considerato tra i più promettenti rapper del Belpaese. Che piaccia o non piaccia, insomma, il rapper casertano è una voce in più per chi voce ne ha molto poca. E questo dato non può non generare un grande rispetto.

Speranza, il rapper casertano ospite della Bignardi ultima modifica: 2019-10-31T12:03:26+01:00 da Luigi Bove

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