Biodigestore di Caserta: ecco perché se ne discute tanto

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Biodigestore di Ponteselice: residenti, sindaci e Comune sul piede di guerra

un biodigestore per i rifiuti a caserta

Negli ultimi giorni a Caserta si è ripreso a parlare con forza del biodigestore di Ponteselice, zona industriale sita tra i comuni di Casagiove, Recale, San Marco Evangelista e San Nicola La Strada. Il motivo è la pubblicazione di un bando per assegnare i lavori di costruzione dell’impianto. Una mossa inaspettata che ha scatenato le ire di molti cittadini e di una buona fetta della classe politica locale. Ma perché se ne sta discutendo così tanto?

Digerire i rifiuti: il funzionamento del biodigestore

Partiamo con ordine, spiegando – nella maniera più semplice – cos’è un biodigestore. Si tratta di una centrale per lo smaltimento dei rifiuti organici. Per farlo ci si avvale del processo di digestione anaerobica (DA). I rifiuti, compattati all’interno di reattori chiusi, vengono miscelati con alcune tipologie di batteri. Questi digeriscono – letteralmente – il materiale organico producendo del biogas, un composto formato da vari tipi di gas (soprattutto metano). Tale gas viene poi trattato e utilizzato per la produzione energetica.

un biodigestore in Germania

La digestione anaerobica avviene in quattro fasi distinte e presenta alcuni vantaggi. Le emissioni dei gas serra nell’atmosfera sono infatti molto basse. Gli scarti finali, o sottoprodotti, sono sostanzialmente tre: il già citato biogas, il digestato acidogenico ed il digestato metanogenico. Il primo può essere impiegato nella produzione di materiale da costruzione, mentre il digestato metanogenico si presta come ottimo fertilizzante. Ovviamente questo risultato si può raggiungere solo con una corretta procedura di smaltimento e digestione. Ed è questa una delle tante preoccupazioni dei cittadini.

Da Lo Uttaro a Ponteselice: un progetto di quasi 10 anni

La questione dei rifiuti a Caserta è cosa nota a tutti. Discariche sature, impianti incapaci nello smaltire l’enorme quantità di materiale e politiche inadeguate hanno caratterizzato gli ultimi decenni casertani. Per contrastare il problema fu introdotto – ad inizio Duemila – un sistema di raccolta differenziata in grado di coprire la città ed i comuni limitrofi. Da allora le cose sono migliorate, ma servono piani regolatori ed impianti per chiudere il cerchio. Proprio per questo si iniziò a parlare di biodigestore già nel 2010. Inizialmente il luogo scelto per la realizzazione dell’impianto fu individuato presso la discarica di Lo Uttaro. Tuttavia i lavori non videro mai la luce, sia per la richiesta della Regione di bonifica dell’area, sia per le tante proteste dei residenti.

la discarica di lo uttaro: qui doveva sorgere il biodigestore

Discarica di Lo Uttaro – Foto Gisecspa

Nel 2016 venne poi presentato un altro progetto per la realizzazione di un nuovo biodigestore nella zona di Ponteselice. Ma già nelle fasi preliminari si evidenziarono diverse problematiche: l’impatto ambientale e la vicinanza con la Reggia di Caserta. L’area interesserebbe infatti diversi comuni densamente abitati, mentre il complesso borbonico – in linea d’aria – disterebbe meno di 800 mt. E questo, secondo alcuni, potrebbe minare il turismo in città. Il progetto fu quindi messo in stand-by. Nel frattempo nacquero comitati ed associazioni, che organizzarono diverse petizioni per bloccarne la realizzazione. Mentre le varie amministrazioni locali, unite da un patto comune di opposizione, promisero battaglia in caso di approvazione del progetto. La questione, insomma, sembrava ormai chiusa, ma all’inizio di questo mese il colpo di scena.

La mossa del Comune di Caserta

Lo scorso 5 marzo il Comune ha pubblicato sull’Albo Pretorio un bando riguardo la realizzazione di un biodigestore per smaltire 40mila tonnellate di rifiuti organici. Dove? Viale Enrico Mattei, nell’area di Ponteselice. La somma iniziale stanziata dal bando sarà di un milione e 115mila euro. Quella totale – comprensiva di finanziamenti regionali – ammonterà invece a circa 26 milioni di euro. Molti soldi quindi, che testimoniano la volontà della giunta comunale nel realizzare il discusso impianto. Subito però sono partite le proteste dei cittadini e dei sindaci dei comuni coinvolti. Oltre alle già evidenziate problematiche, c’è il timore di una cattiva e poco trasparente gestione dell’impianto, nonché di una svalutazione del patrimonio immobiliare locale.

la zona dove sorgerà il biodigestore di ponteselice

L’impianto sarà realizzato presso il viale Enrico Mattei, a circa 800 mt a sud della Reggia

La scadenza del bando è fissata per l’11 aprile. L’azienda vincitrice potrà poi presentare il progetto ed iniziare i lavori di costruzione. Tuttavia le proteste sono ancora in corso, con i sindaci che minacciano possibili ricorsi al TAR nei prossimi mesi. Molti chiedono lo spostamento dell’area in cui sorgerà l’impianto, altri invece sono propensi nella ricerca di un sistema di smaltimento più sicuro e pulito. Più volte è intervenuto direttamente anche l’attuale Direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori, schierandosi tra le fila degli oppositori. La paura più grande riguarda possibili danni ambientali e sanitari, nonostante le rassicurazioni del Comune nell’utilizzo delle più avanzate tecnologie del settore. La partita, insomma, sembra ancora aperta e non si escludono colpi di scena futuri.

Biodigestore di Ponteselice: residenti, sindaci e Comune sul piede di guerra ultima modifica: 2018-03-28T16:47:37+02:00 da Gabriele Roberti

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