Il museo dell'antica Capua: dall'età del ferro all'Impero

itCaserta

ARTE MUSEI

Il Museo Archeologico dell’Antica Capua: la sede della storia dell’Altera Roma

una Mater Matuta e la Nike di Capua sullo sfondo

Anche se meno conosciuto del Museo Provinciale Campano di Capua e spesso confuso con esso, il Museo Archeologico dell’Antica Capua non è certamente meno interessante. Vale la pena immergersi nelle sale che ripercorrono il passato dell’attuale Santa Maria Capua Vetere, l’antica Capua, definita da Cicerone Altera Roma, seconda Roma. Dall’età del ferro a quella imperiale, in questo museo il visitatore ripercorre la storia di quella che fu una delle più grandi rivali di Roma.

Un edificio ricco di storia: da tempio romano a museo archeologico

Situato in pieno centro, presso via Roberto d’Angiò n.48, il museo dell’antica Capua può vantare una storia secolare. Il suo edificio un tempo ospitava la Torre di Sant’Erasmo, eretta sfruttando il podio del tempio capitolino di epoca romana. Sant’Erasmo, uno dei primi nuclei abitativi di Santa Maria, con la sua Torre fu dimora di numerose casate reali. Prima della monarchia sveva, poi degli Angioini: lo stesso Roberto d’Angiò nacque nella Torre nel 1278. Nel XIII secolo la famiglia reale destinò l’edificio prima ad archivio, poi a scuderia regia.
Papa Bonifacio VIII, una delle figure più controverse della storia della Chiesa, appena eletto sottoscrisse proprio nella Torre il suo nuovo programma.
Ma la decadenza cominciò quando due secoli dopo, nel 1496, il possesso passò alla dinastia d’Aragona. Fu affidato alla famiglia Gentile di Capua e successivamente ad altre famiglie nobili della zona che lo portarono all’abbandono e al degrado.

la collezione di vasi attici e di artigianato locale del museo

Nel 1700 fu restituito al regio demanio e nel 1760 fu abbattuta la Torre. Divenne un alloggio militare ed ebbe questa funzione fino al 1860. Successivamente, con l’Unità d’Italia, grazie ad un Regio Decreto del 1864 passò al Ministero dell’Agricoltura, che lo impiegò come sede di allevamento equino. Nacque così l’Incremento Ippico di Santa Maria Capua Vetere, ancora attivo in un’altra sede. Divenuto di proprietà della Regione, dal 1981 è stato affidato alla Soprintendenza archeologica che, dopo alcuni lavori di riqualificazione, aprì il museo nel 1995.
Un museo statale, dedicato all’antica Capua, ma non solo: qui sono conservati manufatti archeologici provenienti anche dai piccoli paesi circostanti, come San Prisco, Curti, Casagiove, Sant’Angelo in Formis. Ognuno di questi era satellite alla città di Capua, nucleo principale del commercio, arte e cultura nella Campania settentrionale, collegata a Roma dalla via Appia.

Il museo dell’antica Capua: dall’età del ferro all’Impero

Il percorso espositivo del museo comincia con uno degli ultimi rinvenimenti avvenuti a Santa Maria Capua Vetere: la statua del Satiro a riposo. Scoperto nel 2002, durante gli scavi di una domus presso l’Anfiteatro, questa copia di una statua di Prassitele accoglie e da il benvenuto al visitatore. Da qui ci si incammina verso la storia della città: a partire dai primi insediamenti preistorici, con alcuni manufatti del neolitico. Le prime vetrine del museo sono dedicate ad utensili semplici come mortai, punte di frecce e ceramica da cucina, ritrovate nel 1995 verso l’attuale Capua. Seguono oggetti dell’età del ferro (IX secolo avanti Cristo circa), che segnano l’inizio della cultura villanoviana, la più antica corrente culturale della civiltà etrusca. Agli Etruschi, infatti, è attribuita la fondazione di Capua, centro più importante della dodecapoli (ovvero una confederazione di dodici città) etrusca della Campania.

ingresso del museo con statua del Satiro a riposo

Grazie all’influenza etrusca l’antica Capua ha vissuto uno dei suoi periodi più ricchi: lo testimoniano i numerosi bronzi ritrovati in contesti tombali. Capua incominciò quindi a dotarsi di numerose fornaci che fabbricavano ceramiche in bucchero, classe ceramica tipicamente etrusca. Di queste ne rimane una situata tra Santa Maria CV e San Prisco, ancora visitabile in occasione di aperture speciali. La tradizione ceramica rimase uno dei punti di forza dell’antica Capua anche nella successiva età romana. Possiamo intuirlo dalle numerose terrecotte architettoniche conservate sia qui, sia al museo Campano. Di una policromia ancora accesa, queste appartenevano per la maggior parte ai piccoli edifici di culto dell’area sacra del Fondo Patturelli, oggi presso Curti.

Gli scavi di questo santuario sono famosi soprattutto per le statue delle Matres Matutae, ex voto raffiguranti donne sedute con uno o più bambini in braccio. Ma, al di là delle Madri, hanno restituito anche altri doni votivi come statuette di offerenti, animali e vasi in miniatura, tutti conservati al museo.

Non solo Etruschi, Greci e Romani

Una menzione a parte va ai reperti che riguardano il periodo di dominazione sannita. Quello Sannita, popolo italico del centro-sud, spesso è stato sottovalutato rispetto ai più celebri Etruschi, Romani o Greci, nonostante il notevole apporto artistico e culturale. Di questa popolazione, arrivata a Capua a metà del V sec a.C., ci è pervenuta soprattutto la ceramica destinata ad uso funerario. Possiamo rendercene conto anche attraverso la ricostruzione di una tomba con corredo, che ha pitture tipiche della cultura sannita: il guerriero e la sposa.

Tomba Sannitica

Il percorso si conclude in una sala in allestimento, dove fa da padrona una statua in marmo alta circa 2 metri raffigurante la dea Nike. Questa è affiancata da un’altra statua in marmo che raffigura il busto della dea Afrodite di tipo Capitolina, nuda ma probabilmente con una veste al suo fianco. Entrambe, appartenute sicuramente a qualche aristocratico capuano, sono copie romane di originali greche, databili all’età imperiale.
Il museo è in continuo allestimento e ciclicamente vengono aggiunti nuovi reperti alla collezione espositiva. Il materiale visibile, infatti, è solo una piccola parte dei tesori conservati nel magazzino e nel laboratorio di restauro antistante. Ma tutto ciò fa capire chiaramente quanto grande e potente fosse l’antica Capua, di cui, oggi, possiamo ammirare solo le vestigia.

Giorni e orario apertura: Martedì-Domenica 9.00-19.30
Chiusura settimanale: Lunedì; Orario biglietteria: 9.00-18.30;
Ingresso: 2,50 € (Museo + Anfiteatro + Mitreo + Museo dei Gladiatori); Riduzione 1,25 €

Il Museo Archeologico dell’Antica Capua: la sede della storia dell’Altera Roma ultima modifica: 2018-11-15T10:01:55+01:00 da Benedetta De Rosa

Commenti

Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top