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Nobel a Caserta: la semplicità dell’eccellenza

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Non abbiate paura di iniziare da un’idea piccola, perché se coltivata e condivisa quell’idea crescerà. Queste le parole del Premio Nobel per la Pace del 2015 Abdelaziz Essid, ospite del Dipartimento di Scienze Politiche Jean Monnet dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli lo scorso lunedì 17 febbraio.

Dal Nobel alle aule dell’Università casertana

Abdelaziz Essid, come dicevamo, è stato insignito del Nobel per la Pace. Ha ricevuto il prestigioso riconoscimento in quanto rappresentate del cosiddetto quartetto del dialogo, che ha contribuito a riportare la democrazia in Tunisia dopo la rivoluzione del Gelsomino, avvenuta in seno alla primavera araba tra il 2010 e il 2011. L’illustre ospite è intervenuto l’altro ieri mattina per il pubblico casertano, composto da Docenti e studenti del Dipartimento di Scienze Politiche Jean Monnet, ma anche da professionisti del settore e privati cittadini. D’altronde non poteva non riscuotere un forte interesse il seminario dal titolo La società civile come strumento di pace

Nobe, Essid e Aldo Amirante

La società civile come strumento di pace

La mattinata ha visto Essid affiancato dal Rettore dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli Giuseppe Paolisso, dal direttore del Dipartimento di Scienze Politiche Jean Monnet Pasquale Femia, dal presidente della Camera Civile del Tribunale di Napoli Nord Carlo Maria Palmiero, e dal professor Aldo Amirante, ricercatore di Diritto Internazionale della Vanvitelli. Essid ha voluto subito specificare di essere solo un rappresentante di coloro che si sono impegnati in favore della libertà e della democrazia. È stata l’opera dell’intero popolo tunisino – ha specificato l’avvocato – sottolineando che molti hanno pagato un prezzo altissimo per questa impresa, come la propria vita. 

Essid Locandina

L’umiltà dei grandi

Un gruppo di oratori prestigiosissimo insomma, in un contesto non certo da meno. Partecipare ad un evento del genere, trovarsi al cospetto di uomini di sapere e d’azione, può farti sentire immensamente piccolo. Ma poi ti colpisce la semplicità con cui Essid si è rivolto al pubblico. Ti colpisce l’umiltà di un uomo che ha fatto tantissimo, ma lo ha fatto in quanto proprio dovere morale e civile fortemente sentito. Queste cose ti portano a sentirti una piccola parte, ma di un grande tutto. Una unità che, come l’avvocato ha sottolineato, deve costantemente rafforzarsi grazie alla collaborazione delle proprie parti.

La forza della comunicazione e della cultura

L’oratore ha rimarcato con forza l’importanza della comunicazione, della cultura, dell’analizzare a fondo tutti gli aspetti della vita, andando oltre i percorsi battuti, soprattutto quelli che ci sembrano più ovvi. «Quel ragazzo annegato aveva bisogno della tua mano prima di salire sul suo battello, prima di prendere la maledetta decisione di affrontare il mare», ha detto una volta Essid ad un noto politico. Questa sembra essere la più grande lezione della giornata. Saper guardare l’altro, individuarne i bisogni e dargli una mano a costruire la barca, anziché lanciargli un salvagente che probabilmente non gli servirà. Perché certo, l’altro un giorno potremmo essere noi, ma soprattutto perché nessuno ha più diritto di salvarsi dei propri simili.

Nobel a Caserta: la semplicità dell’eccellenza ultima modifica: 2020-02-19T10:36:20+01:00 da Mariarosaria Clemente

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