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CASERTA NEI SECOLI

Viale Carlo III: quando Vanvitelli voleva portare il mare a Caserta

viale carlo III

Il periodo migliore per la città di Caserta è sicuramente riconducibile al dominio borbonico. In quegli anni infatti la città era un vero e proprio cantiere a cielo aperto, il tutto con un solo obiettivo: trasformarla nella nuova capitale del Regno. E tra i direttori di orchestra vi era uno dei migliori architetti ed ingegneri dell’epoca: Luigi Vanvitelli. Molte delle sue opere vennero portate al termine, altre invece meno. Tra tutte la più ambiziosa riguardava il canale navigabile di Viale Carlo III.

Le opere borboniche

L’avvento dei Borbone nella scena meridionale portò non pochi cambiamenti. E tra i settori maggiormente interessati dalla nuova dinastia vi era l’architettura e la riorganizzazione dei principali centri urbani. A Napoli, su precisa richiesta di Carlo, vennero realizzati l’omonimo teatro, la Reggia di Capodimonte, il Real Albergo dei Poveri e iniziati i famosi scavi di Ercolano e Pompei. Il re chiese inoltre la costruzione di una nuova residenza reale. Per vari motivi si decise però di realizzarla poco lontano dalla città partenopea, ovvero a Caserta.

Viale Carlo III

Per l’occasione venne chiamato Luigi Vanvitelli, considerato uno degli architetti più talentuosi e ambiziosi di quel periodo. Infatti il progetto che presentò era di una complessità e grandiosità unica: un immenso palazzo, un acquedotto di oltre 40 km, strade, opere minori e addirittura un canale navigabile. Questo perché il Vanvitelli voleva dotare la Reggia di Caserta di una via di collegamento veloce e diretta. Ecco quindi la realizzazione di uno stradone dritto fino al cuore di Napoli: Viale Carlo III (nome assegnatogli solo successivamente). Una via da percorrere non solo a cavallo o in carrozza, ma anche con una piccola imbarcazione.

Un canale navigabile: Viale Carlo III

Il lungo viale inizialmente doveva condurre direttamente a Napoli senza alcuna deviazione. Una strada dritta, larga e perfettamente pianeggiante. Questo perché in alcuni progetti di Vanvitelli era in programma la realizzazione di un canale navigabile partendo direttamente dal Golfo partenopeo, completando così la famosa Via dell’acqua. Una volta all’interno del canale, le navi sarebbero state trainate fino al palazzo reale. Come? Utilizzando quelle stradine parallele presenti ancora oggi. Si tratta di corsie che dovevano essere riservate a muli e cavalli per il traino delle imbarcazioni. Per la realizzazione del bacino principale, invece, migliaia di operai avrebbero scavato un canale profondo diversi metri, ricoperto poi con uno strato di argilla.

Viale Carlo III

Piazza Carlo III. Da qui sarebbe iniziato il canale.

Un progetto ambizioso che spinse il re a prendere in considerazione l’idea di realizzare una nuova capitale proprio a Caserta. Una città all’avanguardia, con edifici eleganti, funzionali e una serie di opere in grado di renderla unica al mondo. Opere come la Reggia, l’Acquedotto Carolino o il canale di Viale Carlo III. Purtroppo per Vanvitelli, tuttavia, Carlo venne eletto re di Spagna, con conseguente trasferimento a Madrid. La nuova reggenza non si dimostrò particolarmente interessata ai progetti vanvitelliani come quella precedente, e l’idea di una nuova capitale finì nel dimenticatoio. L’architetto ebbe inoltre molte discussioni con Bernardo Tanucci, segretario di Stato borbonico, che gli preferì più volte l’operato di un altro collega, Ferdinando Fuga. Questo spinse Vanvitelli a dedicarsi ad opere minori, abbandonando così il sogno del canale di Viale Carlo III.

Viale Carlo III: quando Vanvitelli voleva portare il mare a Caserta ultima modifica: 2017-09-08T16:50:53+02:00 da Gabriele Roberti

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