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Bosco di San Silvestro: l’oasi WWF a due passi da Caserta

bosco di san silvestro

Lungo le verdi colline che dominano il parco della Reggia si nasconde un angolo di paradiso. Una vera e propria oasi dove piante e animali convivono con una storia secolare. Una storia iniziata ai tempi dei Borbone, giunta a noi grazie al duro lavoro di semplici volontari. Stiamo parlando del Bosco di San Silvestro, conosciuto anche come La Ghiandaia.

In soccorso di Madre Natura

È una mattina di fine maggio, ma pioggia e freddo sembrano aver riportato il calendario indietro di un paio di mesi. A ridosso del grosso cancello ci accoglie Franco Paolella, direttore del Bosco di San Silvesto: «Forse per voi sarà una brutta giornata, ma la pioggia dona un pizzico di magia al bosco».
Tra carte, telefoni che squillano e il canto degli uccelli in zona, Franco inizia a raccontarci la storia dell’oasi: «Fino al 1993 qui non c’era nulla. O meglio, non c’era nessuno che si occupasse del bosco. Spazzatura, rottami vari e mandrie di daini dominavano questo spazio. Non certo una bella fine per la riserva di caccia di Ferdinando IV». Eh sì, perché qui un tempo il re borbonico si dilettava in lunghe battute di caccia. Ferdinando era infatti innamoratissimo di San Leucio e delle sue colline, come dimostrato dalla realizzazione di Ferdinadopoli.

bosco di san silvestro

Purtroppo con il tempo l’abbandono e il degrado si sono fatti spazio nella riserva, culminando nella seconda metà del secolo scorso. Poi l’intervento del WWF e soprattutto dei suoi volontari: «Dopo un duro lavoro siamo riusciti, in poco più di un anno, a restituire il giusto lustro all’oasi. Abbiamo ristrutturato i casolari borbonici e ristabilito flora e fauna di un tempo. Il tutto grazie anche all’aiuto di alcuni imprenditori locali che ci hanno supportato in tanti modi». Tuttavia non sono mancate le difficoltà: «Non tutti qui volevano un’oasi. Negli anni abbiamo subito vari atti di vandalismo e anche qualche minaccia. Ma non ci siamo mai tirati indietro, proseguendo dritto per la nostra strada». Strada che ha portato La Ghiandaia ad essere tappa fissa per intere scolaresche, ricercatori universitari e visitatori da ogni dove.

Alla scoperta del Bosco di San Silvestro

Passeggiando lungo il viale alberato Franco ci spiega nel dettaglio i lavori compiuti negli anni: «Abbiamo realizzato tutti i sentieri e organizzato vari percorsi didattici. Sin dall’inizio ci siamo impegnati per sfruttare al meglio i 76 ettari dell’oasi. Abbiamo inoltre ristrutturato gli antichi edifici borbonici, trasformandoli in piccoli dormitori per chi desidera soggiornare all’interno del bosco».
Proseguendo giungiamo al Real Casino di San Silvestro, e anche qui gli interventi non sono mancati: «All’interno di questo edificio i borboni lavoravano i prodotti della terra. Miele, vino, formaggio: si faceva tutto qui. Ora abbiamo realizzato un piccolo museo e vari laboratori dove illustrare ai più piccoli come si producevano miele, biscotti e altro ancora. Ma soprattutto come opera Madre Natura e come rispettarla».

bosco di san silvestro

Non lontano sorge un altro piccolo gioiello del Bosco di San Silvestro: «L’Antica Casa dell’Arco, chiamata così per il suo arco all’ingresso, è stata ristrutturata e trasformata nella Casa Ecologica. È una vera e propria casa a impatto zero. Qui tutto è stato pensato per non inquinare e per sfruttare esclusivamente l’energia pulita».
Spazio anche agli animali ovviamente. L’oasi ospita infatti una fauna non indifferente: «Ci sono volpi, tassi, tartarughe e varie specie di uccelli. Non mancano piccoli animali poco comuni come la luscengola, una specie di incrocio tra una lucertola e un serpente. E poi il nostro animale simbolo nonché guardiano di tutto il bosco, ovvero la ghiandaia».

Le attività dell’oasi

A custodire tutto questo si alternano poco meno di una ventina di volontari: «Come tutte le oasi anche questa non ha scopo di lucro. Viviamo e copriamo le spese solo grazie alle donazioni. Non nascondo che spesso ci troviamo in difficoltà, ma in nostro soccorso giungono sempre tante persone».
La risposta del pubblico è stata infatti positiva, e ogni mese migliaia di persone visitano il parco. D’estate poi, il Bosco di San Silvestro si anima con numerosi eventi: «Tra i più suggestivi c’è il Bosco Fatato. Si tratta di un percorso dedicato all’osservazione delle lucciole che illuminano l’intero bosco. Una volta un bambino, impressionato dalle tante luci, disse che era come stare in mezzo a tanti alberi di Natale. Uno spettacolo unico».

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Di attività ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le fasce d’età. Ogni mese i ragazzi dell’oasi non perdono occasione per inventarsi qualche percorso a tema, dimostrando grande attaccamento alla causa. Causa che però non tutti i casertani conoscono: «Paradossalmente abbiamo più visitatori fuori da Caserta che non dalla provincia stessa. Molti concittadini nemmeno sanno dall’esistenza del bosco, ma stiamo cercando di provvedere, di farci conoscere».
Una realtà quindi tutta da scoprire e da condividere, perché per esistere il Bosco di San Silvestro ha bisogno dell’aiuto di tutti, soprattutto di Caserta e dei casertani.

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Per maggiori informazioni, si rimanda al sito ufficiale dell’Oasi WWF San Silvestro.

Bosco di San Silvestro: l’oasi WWF a due passi da Caserta ultima modifica: 2017-06-06T19:01:20+02:00 da Gabriele Roberti

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