Ogni paese vanta un’abitazione che incute paura e curiosità: una casa stregata. Ebbene, anche a Raviscanina c’è una casa misteriosa che cela tra le sue mura vecchie e inquietanti storie. Abbiamo raccolto le dicerie locali ed i racconti di chi ha abitato quelle stanze. Preparatevi ad un racconto da brivido che vi farà accapponare la pelle.
La casa stregata: fascino ed abbandono
La casa stregata di Raviscanina si nasconde lungo una stradina di periferia poco trafficata e dall’asfalto fatiscente. Il suo aspetto è apparentemente normale. Si tratta di una vecchia abitazione completamente disabitata, ma ben conservata. Un melo selvatico cinge uno dei cancelli d’ingresso alla proprietà. Mentre longevi diòspiri lasciano suicidare sull’aia gli arancioni frutti troppo maturi.
Una cisterna con un lavatoio in pietra ci riporta indietro nel tempo. Immaginiamo il chiacchierio di donne ed il fruscio dell’acqua che un tempo rompevano il silenzio che ora regna padrone. Una fila di viti allineate costeggia la strada. Lasciano penzolare qualche pigna di uva dai chicchi rinsecchiti e violacei. Sembrano mani penzolanti di zombie. E a guardia dell’abitazione stregata, come un faro, si erge un cipresso solitario.
I misteri della casa di periferia
La casa stregata di Raviscanina ha più di cent’anni. Probabilmente è tra le prime abitazioni ad emergere nella via di periferia che un tempo era solo un sentiero tra i boschi. Non sappiamo con esattezza cosa sia capitato all’origine della sua fondazione. Già negli anni ’60, le storie ed i pettegolezzi locali erano diversi e contrastanti. C’era chi affermava che un bambino avesse perso la vita nella casa cadendo per le spioventi scale interne. E il suo spirito tormentava l’abitazione. Qualcuno raccontava di una bambina che persa nei boschi si era rifugiata nella stalla e lì fosse morta di fame e di freddo.
C’era addirittura chi sospettava che nel terreno ove sorge la casa in origine vi fosse un cimitero. Secondo questa versione, durante gli scavi per la costruzione tanti morti furono disseppelliti e destati dal loro riposo eterno scatenandone l’ira. Non sapremo mai quale di queste ipotesi si avvicina di più alla realtà. Sappiamo però con certezza che per lunghi periodi di tempo la casa stregata è rimasta sigillata e sola. Infatti, gli strani episodi che si sono verificati tra le sue mura hanno costretto gli inquilini di turno a scappare via.
Le inquietanti storie ed i ricordi sulla casa misteriosa di Raviscanina
Una prima notte di nozze horror
La signora E. di Raviscanina ci ha raccontato la sua breve esperienza in quella casa. Era il 1967. Insieme al futuro sposo l’aveva presa in affitto per stabilirvici dopo il matrimonio. Entrambi conoscevano il folklore e le fantasticherie che circolavano sull’abitazione. Ma erano del tutto scettici. Gli sposini, al termine dei festeggiamenti matrimoniali, rincasarono soli nella loro nuova dimora. All’apertura della porta tutto era perfetto, tutto era in ordine. Nel piano inferiore c’erano cucina e sala da pranzo, mentre nel piano superiore c’era la camera da letto ed il bagno.
I due, felici e stanchi stavano per mettersi a letto quando strani rumori destarono la loro attenzione. Improvvisamente avvertirono un rumore di bottiglie di vetro che si infrangevano violentemente tra loro. Il rumore proveniva dall’altra parte della porta. Lo sposo con coraggio l’aprì per controllare. Ma dietro ad essa non c’era nessuno. E nessuna bottiglia o pezzo di vetro giaceva sul pavimento. Il giovane richiuse la porta e tornò a letto. Ma il fracasso ricominciò con la stessa violenza. Questa volta il ragazzo, con più agilità si alzò e spalancò la porta. Nella velocità del movimento si batté la porta in testa provocandosi un bel bernoccolo. Ma anche questa volta nessuno e niente si materializzò davanti ai loro occhi. E così trascorsero la prima notte di nozze. Fu una notte insonne.
Il violino fantasma
Nei giorni e nelle notti a seguire nessun rumore turbò gli inquilini. La settima notte però, ancora uno strano episodio si presentò ai due. Lo sposo avvertì di lontano il suono di un violino che intonava una dolce melodia. Pensò che fosse una sorpresa dei suoi amici. Afferrò per mano la moglie e la trascinò fuori al balcone per salutarli. (All’epoca si usava fare agli sposi novelli una serenata proprio ad una settimana dal matrimonio). Ma in strada non c’era anima viva. Intanto la melodia continuava ad espandersi e non se ne comprendeva la fonte. Passarono altri giorni sereni e tranquilli. Ma quando il giovane partì per lavoro in Svizzera, la moglie si rifiutò di continuare a vivere lì da sola. Il proprietario della casa non si dimostrò affatto stupito al momento dell’annullamento del contratto d’affitto.
Altre storie della casa stregata di Raviscanina
Dopo gli sposini, altre famiglie abitarono nella casa stregata. Ma, per una strana coincidenza, tutte l’abbandonarono dopo pochi mesi. Alcuni inquilini non notarono nulla di strano. Forse solo qualche scricchiolio in più di notte. Altri invece furono messi a dure prove di coraggio. In particolare, forze misteriose si scatenarono contro una coppia di mezza età. Nel cuore della notte, questi venivano svegliati da un gran fracasso proveniente dal piano inferiore. Le ante dei mobili si aprivano e chiudevano da sole, le porte sbattevano e le finestre si spalancavano. Tutte le notti la storia si ripeteva. Non c’era modo di placare questa misteriosa furia che dominava l’intera casa. Sembrava che l’abitazione si riservasse il diritto di scegliere i suoi residenti e di mandar via quelli non graditi.
Da anni il miglior coinquilino sembra essere il silenzio. Interrotto soltanto dal tonfo di qualche loto maturo. E mentre il tempo consuma i ricordi, le storie e chi le ha vissute, la casa stregata sembra non conoscere età serbando gelosamente i suoi segreti. Cullandosi nel mistero del suo abbandono.