Matilde Serao e la storia sconosciuta: l'infanzia a Ventaroli

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Matilde Serao e le sue origini casertane

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Le grandi menti della letteratura, studiate sui libri di scuola, ci hanno affascinato e condotto con consapevolezza verso l’età adulta. Di certo non andavamo matti per i compiti a casa, però oggi non possiamo fare a meno di ricordare quelle che maggiormente ci hanno colpito. Tra i nomi famosi spunta senza dubbio quello di Matilde Serao: giornalista e scrittrice di enorme talento, la Serao conserva un insospettabile… passato casertano! Scopriamo di più su questi natali a dir poco sorprendenti.

La nascita di Matilde Serao e l’infanzia a Ventaroli

«Ventaroli è anche meno di un villaggio né voi lo troverete nella carta geografica: è un piccolo borgo nella collina più vicino a Sparanise che a Gaeta. Vi sono duecentocinquantasei anime, tre case di signori, una chiesa tutta bianca ed un cimitero tutto verde; vi è un gobbo idiota, una vecchia pazza e un eremita in una cappelluccia». Queste sono le parole di Matilde Serao, pubblicate postume su Il Mattino il 24 giugno 1956. Così la scrittrice descriveva questo luogo quasi fantastico, Ventaroli, piccolissima frazione del comune di Carinola. Il padre era originario di questo modesto paesino, e la Serao visse qui i suoi primi anni d’infanzia. Nata per metà greca e per metà napoletana, racconta il periodo vissuto a Ventaroli descrivendolo in maniera del tutto particolare.

Lapide commemorativa posta sulla dimora di Ventaroli dove Matilde Serao visse da bambina

Lapide commemorativa posta sulla dimora di Ventaroli dove Matilde Serao visse da bambina

Ci parla della grande casa dove abitò per alcuni anni, riportando sempre con uno stile unico e sferzante quanto ricordava della sua giovinezza: «Era una grande casa di provincia, con un portone sempre chiuso, quello nobile, pei signori che vi davano un forte picchio col bastone, e un portone sempre spalancato, quello dove passavano i carri di grano, di vino, di carbone, di pasta […] Avevamo allora per noi i cameroni vuoti dove si stendeva il bucato nei giorni di pioggia, le larghe terrazze sotto il sole a cui arrivavamo arrampicandoci per le ripide scalette di legno, la grande loggia del primo piano, piena di maggiorana e di basilico… la dispensa del cortile dove si conservavano i salami e i formaggi… i granai dove rotolavamo giù dalle montagne di grano…». Sembra quasi di trovarsi lì, di sentire i profumi e gli odori di quel tempo, dove tutto era scandito dal semplice e rassicurante trascorrere delle stagioni.

Da Ventaroli al Roma: la rapida ascesa di Matilde Serao

Per quanto trovasse curiosa (e a tratti grottesca) la realtà di Ventaroli, la Serao era uno spirito piuttosto intraprendente. Il suo destino contemplava infatti ben altro: conseguì il diploma magistrale con successo, e iniziò poco dopo a lavorare al telegrafo di Stato. Successivamente decise di trasferirsi a Roma, dove prese vita il suo progetto di avere una carriera in campo giornalistico. Venne assunta dal quotidiano satirico Capitan Fracassa, e qui fece la conoscenza di diverse personalità di spicco come Gabriele D’Annunzio, Roberto Bracco ed Eduardo Scarfoglio. Quest’ultimo catturò la sua attenzione per più di una ragione, tanto che poco dopo divenne suo marito. Assieme a lui fondò nel 1892 il Corriere di Roma, e qui curò la rubrica Mosconi. Si occupava infatti di riportare feste, matrimoni, compleanni, prime teatrali e altri avvenimenti mondani.

Ritratto di Matilde Serao

Ritratto di Matilde Serao

Nello stesso anno si trasferì nuovamente, questa volta a Napoli. Grazie alla collaborazione di Scarfoglio fondò anche un’altra testata, Il Mattino, che dava voce al popolo napoletano. Ormai la carriera di Matilde sembrava inarrestabile, e il valore che la scrittrice acquisì col tempo divenne sempre maggiore. I suoi romanzi e le sue novelle spesso trattavano delle disavventure di popolane napoletane, e grazie alle sue strabilianti capacità fu persino candidata al Premio Nobel per ben sei volte. Non vinse purtroppo, ma di certo lo avrebbe meritato. Le sue opere più famose e più celebri sono senza dubbio Il paese di cuccagna e Il ventre di Napoli, dove viene descritta minuziosamente la città partenopea e le sue ombre, attraverso un verismo davvero impressionante. Condusse una vita piena, sposandosi nuovamente dopo essere diventata vedova. Morì nel 1927, stroncata da un infarto mentre era intenta a scrivere. Al termine dei suoi giorni, Matilde Serao era andata via facendo ciò che amava: raccontare la vita, in tutte le sue forme.

Matilde Serao e le sue origini casertane ultima modifica: 2018-10-22T11:48:06+02:00 da Marcella Calascibetta

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