Strega Martuccia: storia di roghi, carestie e animali senza testa

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Strega Martuccia: storia di roghi, carestie e animali senza testa

storie di streghe

Halloween: la notte delle streghe, della magia e della paura. E quale miglior modo per celebrare tale ricorrenza se non con una bella storia ricca di incantesimi, sacrifici e misteri? Quello che segue è infatti il racconto della strega Martuccia, contadina di giorno e fattucchiera di notte, condannata a morte dopo un lungo ed estenuante processo.

Inizia la caccia alle streghe!

Siamo nel XVI secolo e Caserta è da poco passata alla famiglia degli Acquaviva. Più a sud invece, ad Aversa, persiste la dominazione aragonese con vari principi, conti e signorotti a governare i centri limitrofi. Uno scenario apparentemente tranquillo, tuttavia la Penisola è in subbuglio. Il motivo? Le Guerre d’Italia, cominciate con la discesa di Carlo VIII dalla Francia, ma anche per lo scatenarsi della caccia alle streghe. Nel 1487, infatti, viene pubblicato il Malleus Maleficarum, ovvero una guida utile su come riconoscere e punire chi esercitava la stregoneria. Il libro ebbe un successo senza precedenti diventando presto un best-seller, nonché simbolo di questa campagna della Santa Inquisizione.

Nel 1498 venne pubblicato il Malleus Maleficarum e per le streghe cominciarono i guai

In tutta Europa migliaia di persone (l’80% donne) vennero accusate di operare in combutta con il demonio. E per coloro che non riuscivano a dimostrare il contrario c’era solo uno scenario possibile: bruciare per redimersi dai peccati. In terra italica si hanno notizie di diverse condanne, quasi tutte esclusivamente al nord. In Campania, invece, se ne contano solo due: una a Benevento e una nell’aversano, ovvero quella della strega Martuccia.

La strega Martuccia

La storia di Martuccia nel tempo ha subito varie modifiche, giungendo a noi con toni mistici e quasi leggendari. In verità non si ha nemmeno la certezza del nome. Sappiamo solo che era una contadina di Lusciano, piccolo comune dell’agro aversano. In quegli anni l’intera zona soffriva di una profonda carestia. I campi non rendevano e la fame attanagliava la popolazione. E dato che le disgrazie non vengono mai sole, gli abitanti combattevano anche contro una violenta epidemia di peste. Tutti soffrivano, tranne Martuccia. Il suo raccolto era sempre florido, le sue terre sempre ricche di frutta, ortaggi e quant’altro. Il cibo abbondava in ogni stagione, nonostante le difficoltà del periodo. E questo fece insospettire i vicini. Non solo per la fertilità delle sue campagne, ma anche per il continuo ritrovamento di animali morti privati della testa.

La storia della strega di Lusciano conosciuta come Martuccia

La cosa infatti generò non poche ombre, soprattutto perché si trattava delle bestie degli stessi vicini. E quando questi lo fecero presente alle autorità, si iniziò ad indagare. Con il famoso Malleus Maleficarum si scoprì che tale rito serviva per aumentare la fertilità delle proprie terre, a scapito di quelle del vicinato. Ecco allora due risposte al prezzo di una, con la conclusione di trovarsi dinanzi ad una strega. Trascinata per i capelli per le vie del centro fino al cospetto del vescovo di Aversa, la strega Martuccia negò ogni accusa, profanando addirittura il crocifisso portatole per la redenzione. Non certo una mossa saggia.

La condanna

Dopo il processo, ella venne rinchiusa nel castello di Casaluce in attesa della definitiva condanna. Durante quei giorni più volte le fu chiesto di abiurare, ma la risposta era sempre la stessa: non sono una strega. Le sue terre erano floride per cause a lei sconosciute, mentre le violenze contro gli animali erano figlie di antichi dissapori con il vicinato. Insomma, nulla che avesse a che fare con la magia.

Dopo il processo, la strega Martuccia venne condannata al rogo

Purtroppo per lei tale spiegazione non soddisfò il vescovo che decise per la punizione peggiore: il rogo. Sul piazzale antistante al castello si consumò la condanna. Le fiamme avvolsero il corpo della strega Martuccia, uccidendola dopo atroci sofferenze. Non appena il fuoco esaurì la sua furia, non rimase che una nube di fumo nero a levarsi nel cielo. Dei resti della donna, tuttavia, non vi era traccia. Non un cumulo di cenere, non un frammento dei suoi gioielli, ossa o vestiti. Assolutamente nulla. Per il vescovo e la popolazione fu motivo di sollievo. Una strega in meno dissero. Ma da quel giorno, nei pressi del castello e nelle campagne vicine, non crebbe più niente, nemmeno un filo d’erba. E per alcuni questa non fu altro che la vendetta postuma della strega.

Strega Martuccia: storia di roghi, carestie e animali senza testa ultima modifica: 2017-10-30T09:04:17+01:00 da Gabriele Roberti

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