La leggenda del lago delle Corree: storia di un regno perduto

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MITI E LEGGENDE

Il lago delle Corree: tra fiaba e leggenda

La leggenda del lago delle corree

Il lago delle Corree (o lago delle Coree) è un bacino naturale, probabilmente di origine vulcanica, che si estende tra Vairano e Marzano Appio. L’incanto che avvolge questo specchio d’acqua ha ispirato storie e fantasia. Una delle più affascinanti è quella che narra le ragioni che hanno portato al curioso nome del lago. In essa la leggenda si fonde con la favola: occhi orientali si incrociano con creature magiche, vizi umani si scontrano con volontà divine… Dunque, lasciamoci trasportare dalla fiaba cogliendone l’insegnamento.

La leggenda del lago delle Corree

C’era una volta, nel territorio occupato dall’attuale lago delle Corree, un regno governato da un potente re di nome Astianante. Il sovrano era bello come il sole, tanto che tutte le donne cadevano ai suoi piedi. Egli però aveva la fama di essere un crudele tiranno, superbo e spregiudicato. Un giorno sul far della sera, una carovana regale si fermò sul prato adiacente al suo palazzo. La carovana proveniva dal lontano Oriente e scortava la principessa promessa sposa del re di Campiglia, un regno non molto distante. Astianante, incuriosito, si precipitò fuori dal castello per conoscere la principessa. Fu accolto dal Gran visir con grandi onori. Quest’ultimo lo accompagnò a visitare tutti gli ambienti della carovana eccetto quello in cui riposava la fanciulla. Al re questa proibizione non piacque e durante la notte, mentre tutti dormivano, mandò i suoi soldati ad uccidere l’equipaggio della carovana per rapire la principessa.

la principessa della leggenda del lago delle corree

I soldati eseguirono l’ordine e portarono la fanciulla dinanzi al re. Il sovrano appena vide la principessa rimase incantato dai suoi occhi orientali, dal suo regale abito velato e dal rosso scarlatto delle sue labbra. Soggiogato dalla sua bellezza decise di renderla sua sposa e di nasconderla al mondo in una torre. In due soli notti, con l’aiuto di giganti, elfi e ad altre creature magiche schiavizzate, fece erigere la torre più bella del suo castello. La torre aveva una sola porta in oro massiccio ed era decorata di marmi pregiati e pietre preziose. Su di essa venne incisa la dicitura Cor Regis per indicare che al suo interno era custodito il cuore del re.

La leggenda del lago delle Corree: mai sfidare gli dei

Dopo mesi di ricerca, un giorno di primavera il re di Campoglia si presentò ad Astianante per chiedere la liberazione della principessa, di diritto sua promessa sposa. Lo implorò disperato in nome degli dei, ma il superbo sovrano ordinò ai suoi soldati di cacciarlo via. Allora il re di Campoglia, mentre veniva trascinato via dalle guardie, lo avvertì: «Prima o poi gli dei ti puniranno per tutte le tue ingiustizie!» Ma Astianante iniziò a ridere ed imprecare contro tutte le divinità per dimostrare di non temerle.

la torre della leggenda del lago delle corree

Quello stesso giorno, mentre era in cima alla torre con la sua amata ad ammirare i fiori dei ciliegi, la terrà iniziò a tremare. Una voragine si aprì nella terrà ed inghiottì il castello, la torre e tutto il regno. Non rimase nulla se non un bacino lacustre, là dove prima si ergeva la ricca torre di marmi e pietre preziose. Al lago fu dunque attribuito il nome di Cor Regis che nel corso del tempo si è modificato in Corree. La leggenda vuole, inoltre, che nelle notti di plenilunio primaverili, guardando nelle limpide acque si possano scorgere i volti dei due amanti e le ricchezze del loro regno perduto.

Fonte: come ogni fiaba, questa storia è giunta a noi tra i racconti tramandati oralmente di generazione in generazione. Una versione molto simile a quanto esposto è conservata nel libro Vairano tra storia e leggenda di Zanfagna Gerando. Qui sono riportati tutti i racconti legati al territorio, tra cui la leggenda del lago di Vairano.

Il lago delle Corree: tra fiaba e leggenda ultima modifica: 2018-04-24T13:24:21+02:00 da Luisa Masiello

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