Santuario di Santa Maria a Pisciariello tra storia e leggenda

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L’apparizione della Vergine Maria a Santa Maria a Pisciariello: culto e storia

Leggenda Santa Maria Pisciariello Carinola

Sono tante le storie dell’entroterra casertano di cui sappiamo ben poco, o quasi nulla. Ad esempio, eravate a conoscenza dell’apparizione della Vergine Maria nella nostra provincia? Episodio discusso ed a tratti romanzato, ha avuto luogo nella località di Santa Maria a Pisciariello. Situata sulle pendici ovest del vulcano spento di Roccamonfina, questa è un piccolo quartiere dell’estremo nord di Casale di Carinola. Vi ritroviamo, quale testimonianza e venerazione del popolo per la Madre di Gesù, il Santuario di Santa Maria delle Grazie. Scopriamo insieme le tappe più importanti di quella che è stata definita la «piccola Lourdes» di Caserta.

Storia di un’apparizione

La leggenda vuole protagonista una certa Antonietta Fava: di soli 12 anni, diviene presto orfana di madre. Il padre, dopo qualche anno, si lega con un’altra donna. Quest’ultima, però, ben presto inizia a non gradire la presenza di Antonietta: le affida ogni genere di lavoro più umiliante e pesante. Ogni giorno dunque, Antonietta è solita fare lo stesso tratto di strada per giungere nelle prossimità del ruscello Pisciariello, dal quale prende nome la località, al confine fra Casale e Teano. Qui, la bimba, è costretta a lavare a mano tutti i vestiti della famiglia, caricandoseli in pesanti ceste. Antonietta passa così molte ore fuori casa, rincasando spesso a sera inoltrata. Per alleviare le sue sofferenze, prega una piccola effigie in tufo della Madonna già presente sul luogo, chiedendole grazia e pazienza.

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Foto d’epoca che testimonia l’antico lavaggio dei panni presso fiumi, ruscelli o torrenti.

Un giorno qualunque, mentre svolge le solite faccende e la notte inizia a giungere, viene interrotta da una voce gentile che ripete a suon di filastrocca: «Bagna e torci… Bagna e torci, figlia mia!». Antonietta fa così conoscenza con la dolce signora – da lei stessa definita tale – che da quel momento l’accompagnerà tutte le sere a casa, illuminandole la strada con un piccolo lumicino. La sconosciuta allevia le fatiche di Antonietta con consigli e premure materne, finché un giorno non decide di rivelarsi quale la Vergine Maria, esprimendo un desiderio in particolare: «Bramo in questo luogo dove ora è la mie effigie, una chiesa, affinché riverita da quel popolo con più decoro abbia io maggior motivo di far loro sperimentare gli effetti della mia sovrana protezione».

La costruzione del Santuario ed il suo culto

La richiesta della dolce signora fu subito accolta. Il popolo di Casale, che in diverse notti, aveva visto la piccola accompagnata dalla sconosciuta ed il suo lumicino, non dubitò affatto del racconto. Il santuario fu ricavato dopo aver tagliato una buona parte della roccia circostante. Inoltre fu fatta scalpellare l’immagine della Vergine dalla roccia dell’apparizione. La sacra icona di pietra, dal peso di 400 kg, fu poi sistemata sull’altare maggiore della Chiesetta.

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Edicola votiva che segna la fine del percorso di “accompagnamento” a 200 mt. dal Santuario

In questo modo, creato il luogo del culto, gli abitanti del borgo riconobbero la Vergine quale protettrice delle loro case ed anime e ne appuntarono i festeggiamenti nel martedì dopo Pasqua e nelle date 7 – 8 – 9 Luglio, giorni dell’apparizione. Inoltre, ogni 10 anni, in segno di devozione, i casalesi trasportavano sulle spalle l’icona in pietra, in una vera e propria processione. Col passare degli anni, la fede andò affievolendosi, dovuto anche al fatto lo stesso posto era usato quale cimitero pubblico e le condizioni igieniche erano pessime. Da aggiungere poi che la stessa Casale, di generazione in generazione, iniziò fortemente a dubitare della veridicità dell’apparizione.

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Foto d’epoca che testimonia lo stato d’abbandono dell’edificio

Rinascita e rivalutazione del Santuario

Il santuario quindi versò in condizioni di abbandono fino al 1951. I casalesi, e solo quelli più devoti, vi si recavano ormai soltanto due volte all’anno, ovvero nelle date previste per i festeggiamenti. L’icona di pietra, per diversi decenni non uscì dalla struttura, ed il tutto aveva assunto solo i toni di una vecchia leggenda paesana.
Tuttavia, vi fu chi non si arrese alla decadenza del posto. Don Gicando Giuseppe Struffi, parroco di Casale di Carinola dall’inizio del 1942, aveva a cuore le sorti del santuario e la fede spirituale dei suoi paesani. I tempi non erano facili e trattandosi dell’immediato dopoguerra, vi era disoccupazione e fame. Dunque, unendo le diverse esigenze, iniziò la ristrutturazione del santuario, dando un lavoro a molti padri di famiglia e cercando di far rinascere la fede nel loco.

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Sacra effigie ritrovata durante i lavori di ristrutturazione

Ed il miracolo avvenne. Lavori improvvisati e organizzati, portarono alla scoperta di ciò che si era sempre narrato e favoleggiato: la sacra effigie della Vergine che, la piccola Antonietta Fava, pregava prima dell’apparizione! L’entusiasmo della popolazione salì alle stelle, così come per la parrocchia non vi furono più dubbi: Maria era realmente apparsa in quel posto. Oltre all’effigia, da retrodatarsi intorno al 1400, furono ritrovati altri numeri affreschi forse testimoni di un’antica vecchia costruzione, perduta nel tempo. Un insieme di scoperte che permisero una più soddisfacente e consapevole ristrutturazione del Santuario.
Inoltre, l’amato Don Struffi, raccolse dalle mani dei fedeli quantità di oro tali da realizzare una corona alla Regina di Casale: Santa Maria Santissime delle Grazie.

Attuali condizioni e ipotesi sulla data

I lavori di ristrutturazione durarono circa un decennio. Il 7 agosto del 1960 con una cerimonia, il Cardinale Santiago Luis Copello, con i Vescovi di Sessa Aurunca, Capua, Gaeta e Teano, incoronarono solennemente l’immagine della Vergine.Il 2010 la comunità ha festeggiato il 50º dell’Incoronazione: per l’occasione l’antica icona in pietra, è stata benedetta dal Papa Benedetto XVI, a Roma. Le festività del luogo ricorrono, come in passato, il Martedì dopo Pasqua ed in occasione dei giorni dell’apparizione.

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Attuale condizioni del Santuario

Insomma, Santa maria a Pisciariello ha assunto negli anni il soprannome di piccola Lourdes, ricordando la ben più celebre apparizione in Francia. Tuttavia non vi sono certezze storiche riguardo la data dell’evento. Secondo le ricostruzione storiche del dott. Francesco Maina, l’apparizione avvenne intorno al 1700. L’allora infatti vescovo Paolo Airola, autorizzò la costruzione dell’edificio. Altri studiosi invece ritengono che essa sia avvenuta intorno al 1500, come dimostra la datazione nel 1528, leggibile da uno delle effigie successivamente ritrovate. Infine, c’è chi addirittura ritenga che la reale data sia intorno al 1300, così come dimostrano i tratti bizantini delle immagini!

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In ogni caso non vi è certezza, anche se la teoria prevalente vuole la data intorno al 600; la cosa certa è che Papa Benedetto XVI ha accertato la veridicità dell’apparizione, apponendovi il sigillo papale.
Attualmente il Santuario si presenta ben conservato e vi è possibile vedere, oltre i celebri rinvenimenti, la cripta con la presenza di scolatoi per la sepoltura dei defunti, testimone del vecchio cimitero.

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Interno del Santuario, in particolare gli scolatoi del vecchio cimitero per sepoltura dei defunti

Noi non possiamo che consigliare, a chiunque vi sia di passaggio, di fermarsi e godere della misticità del luogo immerso in una ampia e silenziosa vallata verde.
Per le foto si ringrazia casaledicarinola.net

 

L’apparizione della Vergine Maria a Santa Maria a Pisciariello: culto e storia ultima modifica: 2018-08-01T13:20:53+02:00 da Giulia Gelsomino

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