La storia di Bellona, Triflisco ed il borgo delle sorgenti

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Bellona: da Annibale alle sorgenti di Triflisco

il borgo delle sorgenti di triflisco

A nord di Caserta, superato il Volturno e con alle spalle il monte Tifata, si entra nel comune di Bellona. Si tratta di una piccola città con poco più di seimila abitanti, ma con una lunga storia tutta da raccontare. Vista la sua posizione, infatti, è sempre stata crocevia delle varie civiltà che hanno impegnato questa zona. Non solo per scopi politico-militari, ma anche per le proprietà curative delle acque di Triflisco, l’unica frazione bellonese.

Storia della città: da Annibale alla dea Bellona

La città di Bellona ha origini remote, come testimonia il ritrovamento di una cinta muraria lunga circa 400 metri costruita (presumibilmente) tra il IX ed il VII secolo a.C. I primi documenti scritti, invece, risalgono al periodo romano, durante la colonizzazione dell’agro capuano. La fertilità di queste terre, conosciute un tempo come Campania Felix, spinsero migliaia di romani a stabilirsi nella zona. Gran parte del territorio venne diviso in appezzamenti (centuriazione), mentre in tutta la regione si svilupparono numerose strade per facilitare i collegamenti. Una di queste era il ramo secondario della famosa via Appia, che collegava Capua con Calvi Risorta.

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le colline di Bellona

Foto Mapio.net

Tra i due centri, ad un certo punto, ci si imbatte in una vallata. Qui si fermarono le truppe di Annibale durante la seconda guerra punica. Per agevolare la ritirata dei suoi soldati, il condottiero cartaginese fece costruire un ponte per attraversare il Volturno (oggi distrutto), ma soprattutto impegnò le truppe romane scatenandogli contro una mandria di buoi con le corna rivestiste di sterpaglia infuocata.
Dopo la battaglia i romani si insediarono nella vallata, realizzando varie opere. Tra queste anche un tempio alla dea Bellona, figura mitologica dedita alla guerra e moglie del dio Marte. Diverse terme, inoltre, furono costruite nei pressi dell’odierna Triflisco. Il motivo? Le proprietà benefiche e curative delle sorgenti locali.

i buoi infuocati di Annibale

L’attacco con i buoi escogitato da Annibale

La distruzione saracena

L’importanza della vicina Capua ed il fatto di trovarsi lungo le rive del Volturno, fecero di Bellona uno dei punti nevralgici della Campania Felix. Qui il commercio era florido, ma nonostante questo la città non si sviluppò più di tanto. Era frequentata soprattutto per le sue acque termali, viste come luogo di pace e riposo dai ritmi frenetici dell’alter Roma (Capua). Qui la vita scorse tranquilla fino al IX secolo d.C., quando una serie di avvenimenti si susseguirono nell’arco di pochi anni. Nell’841 i saraceni rasero al suolo Capua, obbligando i suoi abitanti a trasferirsi nei centri vicini. Tra questi Sicopoli, piccola città fortificata realizzata dal Conte Landulfo vicino alle terme nell’anno 817. Ma questa non ebbe vita lunga in quanto, nell’856, un grosso incendio la distrusse completamente (secondo alcuni appiccato sempre dagli stessi saraceni). Per secoli l’intera zona fu scarsamente abitata, per poi riprendersi intorno al XVI secolo.

Tra mulini e sorgenti termali

le sorgenti di Triflisco

Foto Mapio.net

A partire dal Cinquecento sempre più persone iniziarono a frequentare le stazioni termali di Triflisco. Non solo gente comune, ma anche nobili e personalità di spicco del periodo. Vennero inoltre realizzati diversi mulini per sfruttare la corrente, mentre varie opere di bonifica ampliarono la terra edificabile. Nell’Ottocento, poi, le terme si attrezzarono per offrire trattamenti con acqua riscaldata artificialmente. Il successo fu tale che occorreva prenotarsi settimane prima per usufruire del servizio.
Nel XX secolo, tuttavia, Bellona e Triflisco videro scemare, lentamente, la loro importanza. I mulini iniziarono a scomparire uno ad uno, mentre le terme furono sempre meno frequentate. E come se non bastasse, diversi episodi durante la Seconda guerra mondiale scossero nel profondo la popolazione, tra cui l’eccidio nazista del 1943.

L’acqua curativa di Triflisco

Ma perché il nome Triflisco? Secondo gli studiosi deriva dal latino inter fistula, ovvero tra corsi d’acqua (questo probabilmente per via della sua posizione nei pressi del Volturno). Uno dei primi a parlare dei benefici di quelle sorgenti fu Plinio il Vecchio, in un documento in cui racconta della zona vicina al tempio di Diana Tifatina (oggi Basilica di Sant’Angelo in Formis). Per secoli le acque della zona sono state oggetto di studio da parte dei ricercatori. Tra le caratteristiche che la rendono unica, sicuramente l’alta percentuale di CO2 dovuta ad intensi processi di mineralizzazione sotterranei. In passato si credeva fosse in grado di curare gravi patologie renali e del sangue. Non solo negli esseri umani, ma anche negli animali. I cavalieri erano infatti soliti far abbeverare qui i propri destrieri per rafforzare in essi muscoli, ossa e articolazioni. Insomma, un’acqua non certo comune che ha reso per secoli Bellona e Triflisco famose in tutta la Campania.

Triflisco e le sue sorgenti

Foto copertina di Michele Guida

Bellona: da Annibale alle sorgenti di Triflisco ultima modifica: 2018-03-08T11:00:28+01:00 da Gabriele Roberti

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