Ettore Fieramosca: condottiero capuano simbolo di virtù

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Ettore Fieramosca: il condottiero simbolo di virtù

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La Storia pullula di personaggi celebri, noti anche nella cultura di massa per il loro valore e il loro temperamento impavido. Coinvolti in aspri duelli e in combattimenti all’ultimo sangue, molti di loro non si sono mai tirati indietro, dimostrando un coraggio fuori dal comune. Soprattutto il territorio campano ha ospitato nel corso dei secoli alcune di queste personalità, di cui è importante ricordare le gesta e le imprese eroiche. Uno di questi, probabilmente il più noto, è Ettore Fieramosca: il nobile capuano senza macchia e senza paura, simbolo di valore nazionale.

Ettore Fieramosca, tra vita reale e mito

Ettore Fieramosca, personaggio più che famoso della Storia nostrana, apparteneva alla prestigiosa famiglia dei Fieramosca. Nacque a Capua nel 1476, e sin da bambino ricevette un’educazione umanistica. Nel suo destino venne da subito contemplata un’autorevole carriera militare, tanto che fu introdotto immediatamente come paggio alla corte di Ferrante d’Aragona. Sebbene fosse molto giovane, nel 1493 capeggiò una compagnia di balestrieri a cavallo, che combatté contro Carlo VIII per volere di Ferdinando II. Una volta che questi ebbe riottenuto il trono, e anche dopo la sua dipartita, il nobile capuano giurò fedeltà a Federico IV. Lo sostenne nell’assedio di Gaeta nel 1496, dimostrando ancora una volta il suo enorme coraggio. Qualche anno dopo, Ettore Fieramosca difese strenuamente la sua Capua dagli attacchi dell’esercito francese, in combutta con quello spagnolo per dividersi il regno di Federico I di Napoli.

Ettore Fieramosca cavalca valorosamente
Ettore Fieramosca mentre cavalca impavido verso la battaglia di Barletta

A quel punto il re dovette rinunciare al trono, ottenendo in cambio il Ducato di Angiò. Si allontanò assieme ad un manipolo di fedeli cavalieri, capeggiati da Fieramosca. Agli occhi dei cittadini di Capua Fieramosca parve come un traditore, e si sentirono abbandonati dal valoroso condottiero. Privato nel 1502 delle sue rendite nobiliari, trovandosi costretto a ritornare in Italia dalla parte di Consalvo da Cordova. Quest’ultimo aveva infatti come obiettivo la conquista della Puglia, espugnando prima Taranto, e poi i comuni di Andria, Canosa, Manfredonia e Barletta. Fieramosca partecipò attivamente alle imboscate degli spagnoli, e, a causa di questi attacchi, divenne prigioniero di La Motte. Tutta questa tensione esplose apertamente quando i francesi accusarono di codardia gli italiani, sfidandoli a duello. Il 13 febbraio del 1503 ebbe luogo la celebre disfida di Barletta, dove i cavalieri di La Motte e quelli di Fieramosca si scontrarono violentemente!

La disfida di Barletta: una vittoria senza pari

Motivo dello scontro un antico astio legato alla sconfitta subita a Cerignola dai nostri cugini d’Oltralpe. Il 15 gennaio 1503, in una cantina di Brindisi, Charles de Tongue, conosciuto come La Motte, lanciò una sfida agli italiani. Oltre alle innumerevoli offese, i francesi avevano minato anche la credibilità delle doti militari dei nostri connazionali, e il temerario Ettore Fieramosca non poteva accettarlo. Il duca di Mignano decise all’istante di raccogliere il guanto della sfida. Il duello si consumò in una zona recintata dai giudici delle due fazioni, e gli italiani furono i primi a giungere sul posto. Costoro rimasero fermi sulle loro posizioni, adottando una strategia tattica che valse loro la vittoria. I francesi, dal canto loro, apparvero molto disorganizzati: disarcionati più volte, subirono una sonora sconfitta.

Ettore Fieramosca, la statua
Ettore Fieramosca, scultura

L’esercito dei francesi cadde, e molti dei suoi soldati rimasero feriti gravemente e catturati. Questi non avevano portato del denaro per riscattare i soldati prigionieri, per cui Consalvo pagò personalmente per riscattare la loro libertà. La popolazione festeggiò assieme ai vincitori e all’impavido Ettore Fieramosca, con una messa di ringraziamento alla Madonna nella Cattedrale di Barletta. Nel 1512 Fieramosca passò al servizio di Fabrizio Colonna, e venne ferito nella battaglia di Ravenna. Per diversi anni non si ebbero sue notizie, fin quando non si seppe che, a causa di una malattia, morì il 20 gennaio 1515 all’età di 39 anni. Effigie di un valore cavalleresco senza tempo, ancora oggi Ettore Fieramosca viene ricordato con ricostruzioni storiche ed eventi in tutta la Campania. Un eroe d’altri tempi, vanto della sua città… e non solo!

Ettore Fieramosca: il condottiero simbolo di virtù ultima modifica: 2019-09-30T10:44:28+02:00 da Marcella Calascibetta

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