La brigantessa Michelina De Cesare, una guerriera casertana

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PERSONAGGI STORIE CASERTANE

Michelina De Cesare, la brigantessa della provincia di Caserta

brigantessa Michelina De Cesare, una foto che la ritrae

Perso il marito, una donna dal forte temperamento si innamora di un altro uomo e lo segue nella battaglia condotta per la conquista di un Paese. Questa è l’estrema sintesi di Inés dell’anima mia di Isabel Allende, ma potrebbe essere anche quella, naturalmente in un contesto del tutto diverso, della storia di Michelina De Cesare, la brigantessa più famosa e fiera del Sud Italia.

La vita della brigantessa Michelina De Cesare

Michelina nacque a Campoli, frazione di Mignano Montelungo, in provincia di Caserta, il 28 ottobre del 1841. Quando ella non riuscì a sfuggire ai suoi nemici, la cronaca della cattura venne riportata in un rapporto del Comando Generale:

«il compagno che con lui (Guerra) si intratteneva, appena visto l’attacco, tentò di fuggire; una fucilata sparatagli dietro dal medico di Battaglione Pitzorno lo feriva, ma non al punto di farlo cadere, che continuando invece la sua fuga, s’imbatteva poi in altri soldati per opera dei quali venne freddato: esaminatone il corpo, fu riconosciuto per donna e quindi per Michelina De Cesare druda del Guerra

Brigantessa Michelina De Cesare, il cadavere

La foto del cadavere di Michelina De Cesare

Druda è un’espressione tratta dal gaelico, volta ad indicare una donna di malaffare. All’epoca infatti, se i briganti avevano una pessima fama, questa non era nulla rispetto allo spregio riservato alle donne dedite alla stessa attività. Queste ultime infatti non trasgredivano solo la legge, ma anche le regole previste dal ruolo che spettava loro all’interno della società. Michelina non fece eccezione a questo destino, tanto che il suo cadavere, completamente nudo, fu esposto insieme a quelli dei compagni nella piazza di Mignano. È giunta fino a noi una cruda testimonianza fotografica della cosa. In questa fotografia la donna appare sfigurata e tumefatta, cosa che lascia pensare che sia stata torturata fino alla morte. Per fortuna ancora resistono anche altre testimonianze fotografiche di Michelina. In questi altri ritratti ella appare fiera e combattiva, con in mano un’arma, nei tipici atteggiamenti da brigante e con indosso gli abiti tradizionali.

Michelina entra a far parte della banda Guerra

Ma chi era Michelina? Come è arrivata, quella bambina del 1841, nei rapporti del Comando Generale? Pare che il sindaco del paese l’avesse descritta come una ribelle, dedita al furto sin da bambina. Non si hanno notizie certe della veridicità di tale testimonianza, ma certo è che la De Cesare fosse una donna forte e coraggiosa. Nata povera, visse di stenti insieme al fratello. Nel ’61 sposò Rocco Tanga, che la lasciò però vedova già l’anno successivo.

Incontrato poi Francesco Guerra, se ne innamorò e si unì alla sua banda di briganti, una delle più ricercate di Terra Di Lavoro. Michelina, nata e cresciuta in quei luoghi, li conosceva molto bene, e divenne la consigliera del suo compagno, aiutandolo ad organizzare assalti a ricchi e soldati. Il Guerra era un ex soldato borbonico, nonché disertore verso l’esercito italiano. Egli si unì alla banda di Rafaniello, per poi diventarne il capo alla morte di quest’ultimo, nel 1861.

brigantessa Michelina De Cesare, l'uccisione di un soldato

Una brigantessa in battaglia, illustrazione

Michelina non fu una semplice consigliera, ma ebbe un ruolo di spicco all’interno della banda. Esistono alcune testimonianze, nelle carte processuali relative all’interrogatorio dell’11 maggio 1865 a Domenico Compagnone, in cui, oltre a riferirsi a Michelina come la moglie del Guerra, si legge:

«La banda è composta in tutto di 21 individui, comprese le due donne che stanno assieme a Fuoco e Guerra, delle quali quella di Guerra è anch’essa armata di fucili a due colpi e di pistola. Della banda [solo] i capi sono armati di fucili a due colpi e di pistole, ad eccezione dei due capi suddetti che tengono il revolvers

L’uso dei media e della fotografia

Michelina era quindi uno dei capi riconosciuti della banda. Ella, come dicevamo, fu fotografata anche da viva oltre che da morta. La brigantessa faceva un largo uso della fotografia come mezzo di propaganda ideologica. In quegli anni si stava infatti iniziando a diffondere l’utilizzo del mezzo su larga scala. Le fotografie pare siano state scattate da un fotografo a servizio dei Borbone, probabilmente in un atelier di Roma, nel 1865. Svariati, infatti, erano i viaggi strategici nel Regno del Papa-Re, accompagnata dalla banda formata da Guerra, Fuoco, Ciccone e Pace.

brigantessa Michelina De Cesare, le foto della donna armata

Le fotografie che ritraggono la brigantessa Michelina De Cesare

Ma le foto che fecero scalpore furono quelle scattate dal nemico. La guerra al brigantaggio si combatteva infatti anche attraverso i media, con un vasto uso della fotografia che, come accennato poc’anzi, iniziava a diffondersi. I fotografi al seguito delle truppe venivano chiamati sul posto della cattura o in occasione dell’uccisione di briganti. Michelina riuscì per tre anni a sfuggire alla cattura, che però avvenne il 30 agosto 1868, a seguito della denuncia di un massaio di Mignano.

Egli aveva avvisato la Guardia Nazionale della posizione della banda Guerra, attratto dal compenso promesso a chi avesse passato informazioni utili. La Guardia Nazionale aveva a sua volta contattato il fratello di Michelina, Giovanni De Cesare. Come in molti episodi della storia del brigantaggio, i dissapori familiari furono fatali. Fu proprio Giovanni che condusse nel posto indicato la Guardia Nazionale e un gruppo di soldati del 27° fanteria agli ordini del maggiore Lombardi. Si concluse così la storia di una combattente.

Michelina De Cesare, la brigantessa della provincia di Caserta ultima modifica: 2019-01-30T16:44:50+01:00 da Mariarosaria Clemente

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