Il 25 ottobre ricade la Giornata Internazionale della Pasta, uno dei simboli più conosciuti dell’Italia nel mondo, al pari del Colosseo e di Adriano Celentano. Per l’occasione noi di itCaserta abbiamo deciso di narrarvi alcune delle tante pietanze simbolo che hanno come protagonista della sana e rigorosa pasta italiana. Però vi avvisiamo, l’articolo può provocare furiosi attacchi di fame!
Spaghetti allo scarpariello: il simbolo della pasta italiana secondo gli aversani
Belli da vedere, gustosi da mangiare: gli spaghetti sono forse il prototipo ideale di pasta italiana. Benché i nostri lontani amici orientali ne rivendichino la paternità, siamo stati noi italiani a renderli uno dei piatti più famosi nel mondo. In ogni regione italiana è possibile gustare infatti una varietà infinita di combinazioni di primi con gli spaghetti protagonisti, e anche qui nel casertano abbiamo la nostra versione. Stiamo parlando dello Scarpariello di Aversa, piatto dalle origini antichissime e conteso – per quanto riguarda la sua nascita – con i napoletani. Il nome riprende la figura del calzolaio (o’ scarpar) perché consumato principalmente da questi artigiani. Spesso essi venivano pagati non in denaro, ma con prodotti locali come il pomodorino, strutto e peperoncino. Tornati a casa, le mogli utilizzavano poi il gustoso bottino per preparare la cena.
Secondo invece un’altra credenza popolare, il nome scarpariello riprende semplicemente la scarpetta finale.
Pettolelle con fagioli: l’arte povera in cucina
Altro piatto molto conosciuto sono le pettolelle (o pettole) con fagioli. Si tratta di un primo povero sempre dell’agro-aversano, diffusosi nel secondo dopoguerra. Vista la povertà che affliggeva gran parte del casertano, i contadini e le massaie si ingegnarono per sfruttare le poche risorse a disposizione. La particolarità di tale prelibatezza è infatti tutta nella pasta, realizzata al momento con ingredienti semplicissimi: farina, acqua, sale e, in alcune varianti, uova. Il taglio della pasta ricorda vagamente dei maltagliati o delle fettuccine corte, a seconda della zona e della tradizione locale. Il sugo è uno stracotto a base di fagioli cucinati, nella sua variante più ricca e complessa, come il ragù napoletano. La versione semplice e da single, invece, prevede un classico sugo a base di fagioli e odori vari. Aspetto fondamentale è che deve risultare azzeccat’ e collosa.
La paste’e’llessa, ovvero pasta e castagne!
Dalla zona aversana ci avviciniamo a Caserta, in quel di Macerata Campania. Qui è molto popolare un primo a base di pasta e castagne, conosciuto come paste’e’llessa (o più semplicemente pastellessa). La sua origine è legata alla figura di Antonio Di Matteo, in arte Zì Antonio ‘e Pastelless. Nel primo Novecento Zì Antonio aveva un’osteria molto popolare ed era solito servire, in occasione della Festa di Sant’Antuono, della pasta corta condita con un sugo a base di castagne lesse di Roccamonfina. Il piatto divenne subito famoso sia per la sua bontà che per la sua figura paterna, Zì Antonio, protagonista indiscusso dei festeggiamenti in paese.
Buoni!
Grazie dell’info!